Comune a caccia di privati per rilanciare il Rampigna

L’impianto di via Spalti del re è in stato di abbandono da un anno e mezzo Diodati: «Per sistemarlo servono 800mila euro, chi è interessato si faccia avanti»

PESCARA. L’amministrazione comunale si affida ai privati per far risorgere il campo di calcio intitolato a Renato Curi, il giocatore del Perugia morto durante una partita nel 1977. L’impianto, più conosciuto come campo Rampigna, ha fatto la stessa fine dello stadio Flaminio di Roma. Ad un anno e mezzo dall’ultima partita di allenamento delle squadre giovanili e dalla riconsegna delle chiavi al Comune da parte della società che lo gestiva, la struttura di via Spalti del re continua ad essere in uno stato di abbandono. Il campo da gioco in terra battuta è pieno di buche e di erbacce alte, gli spogliatoi e le strutture di servizio sono anch’esse nel degrado.

Ma ora l’amministrazione comunale è intenzionata a recuperare quell’impianto sportivo che può definirsi storico, perché ha visto esibirsi nel campo sin dai primi anni del secolo scorso, non solo squadre di calcio, ma anche campioni di atletica leggera. Per rimetterlo a posto, secondo i calcoli dell’assessore allo sport Giuliano Diodati ci vorrebbero almeno tra i 700 e gli 800mila euro.

L’assessore ne ha parlato ieri durante la sua audizione in commissione. «Stiamo cercando qualche associazione che sia interessata a prendere in gestione l’impianto sportivo», ha detto, «abbiamo già avuto una prima offerta dalla società sportiva Pescara sud, ma il progetto che ci ha presentato non ci ha soddisfatto. Vorrebbe mantenere il campo in terra battuta, mentre noi chiediamo che venga trasformato in erba sintetica».

Per questo motivo, è cominciata la ricerca di altri privati. «Nei prossimi giorni», ha preannunciato Diodati, «pubblicheremo un bando per le manifestazioni d’interesse. Ci sono società sportive che possono essere interessate a prendere in gestione il campo».

Nel caso in cui questa operazione non dovesse avere successo, l’amministrazione comunale potrebbe ricorrere ad un project financing, ossia allo strumento che impegna un privato a realizzare l’opera, in cambio dell’affidamento, da parte del Comune proprietario, della gestione per un certo numero di anni.

L’assessore ha invece escluso l’ipotesi che l’impianto sportivo possa ospitare anche un parcheggio. Durante l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Carlo Pace, tra il 1995 e il 2003, erano spuntati dei progetti per realizzare parcheggi sotterranei o a silos. Ma queste proposte non hanno mai avuto seguito. Tra l’altro, secondo alcuni esperti, nel sottosuolo del Rampigna ci sarebbe addirittura un’antica necropoli.

Messa da parte dunque l’ipotesi di un parcheggio, resta ora il problema del rilancio dell’impianto sportivo. Impianto dotato di un campo in terra battuta di 105 metri per 60, tribune per ospitare 700 spettatori, spogliatoi per atleti e giudici di gara, magazzini, servizi igienici. Fino a qualche anno, nel campo si giocavano partite di calcio a 11 di prima e seconda categoria e delle giovanili regionali e provinciali.

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