Confindustria Abruzzo: sì al ritorno dell'Ici sulle rendite degli immobili storici

Le piccole e medie imprese di Confindustria suggeriscono al governo Monti di ripristinare le tasse sulle rendite degli immobili storici sottoposti a vincolo. Lolli: "Così si recupereranno soldi senza toccare pensioni e Iva"

PESCARA. Ripristinare le tasse e l'Ici sulle rendite degli immobili storici sottoposti a vincolo: è il suggerimento che le piccole e medie imprese di Confindustria Abruzzo danno al governo Monti, chiedendo contemporaneamente di fare marcia indietro su pensioni e Iva. "Ecco miliardi sonanti per il bilancio dello Stato", dice il presidente delle Pmi, Modesto Lolli, "miliardi di euro legalmente sottratti al gettito fiscale dal 1991 ad oggi". In base alla legge 413 del 1991 (articolo 11, comma 2), ricorda Lolli, chi è proprietario "di un immobile sottoposto a vincolo non solo paga (e ora tornerà a non pagare) un'Ici insignificante, ma versa una Irpef irrisoria sulle rendite di locazione. Quando il proprietario affitta un immobile per uso sia abitativo sia commerciale non paga le tasse sulla rendita incassata (il totale dei canoni annui), bensì sulla minore delle tariffe d'estimo per le abitazioni della zona censuaria nella quale è collocato il fabbricato". "Se possiedo un palazzo in piazza di Spagna", spiega ad esempio il presidente delle Pmi abruzzesi, "il reddito derivante dalla locazione dello stesso è calcolato in base a quello della più misera cantina della zona censuaria di appartenenza. L'Irpef si riduce a nulla". La proposta, conclude Lolli, è quindi "ripristinare la tassazione del reddito degli immobili storici sulla base del canone di locazione, con l'abbattimento di una percentuale superiore a quella degli altri immobili, anche fino a un esagerato 30% per le spese di manutenzione".