CONSIGLI NON RICHIESTI AI NOSTRI SINDACI
Nell’Italia di oggi non esistono mestieri facili, ma fare il sindaco di un comune è sicuramente tra i più complicati. Bisogna essere un po’ ragioniere, perché i soldi mancano, un po’ psicologo, perché c’è da ascoltare mille sfoghi, e soprattutto molto saldo di nervi, perché ogni giorno c’è da fronteggiare una nuova emergenza. Se poi la città che amministri si chiama L’Aquila, tutte le cose che ho scritto sopra si moltiplicano per cento e quindi va data comprensione a chi, come il sindaco Massimo Cialente, arriva a gesti clamorosi come togliere bandiera e fascia tricolore.
Ma certe volte i nostri amati primi cittadini ci mettono del loro per complicarsi la vita, andandosi a cercare grane di cui non si sente assolutamente il bisogno. Vorrei quindi rivolgere due modesti consigli, assolutamente non richiesti:
1) basta con questa mania di dichiarare in continuazione su tutto e tutti: bisogna lavorare un po’ più ed evitare di passare il tempo ad esternare su ogni aspetto dello scibile umano. Esempio: il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, ha fatto un clamoroso autogol andando a censurare il comportamento di una scuola che, per festeggiare il 25 aprile aveva fatto cantare ai bambini “Bella Ciao” e l’inno di Mameli in versione riveduta e corretta. Ma potrei citare altre centinaia di dichiarazioni che arrivano ogni giorno da ogni dove. Quindi: contare fino a cento prima di licenziare un comunicato.
2) basta anche con questa mania di aggiungere alla sterminata normativa nazionale e regionale un sovrappiù di ordinanze, molto frequenti soprattutto in estate. Non abbiamo bisogno di nuove leggi e leggine, abbiamo bisogno di far osservare quelle che esistono già, di farle conoscere meglio e apprezzare. E invece ognuno si fa i divieti suoi: a Taranta Peligna sono al bando piatti e bicchieri di plastica, a Giulianova non è tollerato stendere panni sui balconi, dare cibo ai piccioni e accendere barbecue nei condomini... Per non parlare dei comuni che si inventano segnali stradali, con illustrazioni ignote al Codice della strada.
In definitiva: stiamo sulle cose semplici, la vita nelle nostre comunità è già complicata. E pratichiamo la sobrietà, non solo nei bilanci (quella è obbligata), ma anche nella favella. Più fatti, meno chiacchiere. Buona domenica.
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