Coppia morta nell’Orta Un milione di euro ai figli 

Definito l’iter per il risarcimento. Udienza rinviata a novembre per i due imputati Sono l’ex sindaco di Caramanico Angelucci e Di Nino, direttore del Parco Maiella

PESCARA. Definito tutto l’iter per il risarcimento del danno alle parti civili, che si aggira sul milione di euro, il procedimento davanti al gup a carico dei due presunti responsabili della morte dei coniugi Paride Pirocchi e Silvia D’Ercole, si avvia alla fase finale. Si tratta dell’incidente che si verificò il primo maggio del 2017, nel quale persero la vita marito e moglie, una giovane coppia, davanti agli occhi dei loro due figli che all’epoca dei fatti avevano 8 e 5 anni. Teatro della tragedia una splendida zona del parco della Maiella dove la famiglia era andata per passare una giornata di festa. E invece, prima la moglie e poi il marito (finito in acqua nel tentativo di salvare la donna), scivolarono accidentalmente nel fiume Orta ed annegarono. Sul banco degli imputati finirono l’allora sindaco del Comune di Caramanico, Simone Angelucci, e il direttore del Parco della Maiella, Oremo Di Nino, accusati di omicidio colposo per non aver posto una adeguata segnaletica in un punto ritenuto molto pericoloso in quella zona, peraltro molto battuta dai visitatori.
I tempi della definizione del procedimento si sono dilatati, ma soltanto per permettere alle parti di trovare un accordo economico in relazione al risarcimento danni in favore di quei due bambini rimasti orfani e a una età neppure adolescenziale. Con grosso senso di responsabilità, però, le compagnie di assicurazione del Comune di Caramanico e dell’Ente Parco sono riuscite a trovare un accordo con un risarcimento che, come detto, complessivamente si aggira sul milione di euro. E l’udienza preliminare di ieri, davanti al gup Nicola Colantonio, è servita proprio per ufficializzare l’uscita dal procedimento delle parti civili, rappresentate dalla famiglia della coppia scomparsa (una decina in totale, assistite dagli avvocati Giuliano Milia e Arnaldo Tatasciore), e dei responsabili civili che nel frattempo erano stati chiamati in causa: e cioè Comune e Parco (difesi dagli avvocati Vincenzo Di Girolamo e Augusto La Morgia). E così i due imputati, con il procedimento privato delle parti civili, hanno deciso di fare le loro scelte processuali: Angelucci ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, Di Nino con il rito ordinario. E per definire entrambe le posizioni, il giudice ha rinviato all’udienza del 24 novembre prossimo.
Contro i due imputati pesano le conclusioni peritali dell’ingegnere Lino Preziosi che aveva effettuato una consulenza lungo il percorso incriminato, mettendo in rilievo la mancanza di una cartellonistica adeguata in un luogo pieno di rischi e pericoli per i visitatori. I due imputati, secondo l’accusa, ognuno per le proprie competenze, avrebbero dovuto attivarsi per segnalare ogni possibile pericolo in quel tragitto e metterlo in sicurezza. La zona oggetto della tragedia è denominata Marmitte dei Giganti, nota anche come rapide di Santa Lucia e poste all’interno del Parco.
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