D’Amico: stringiamo un patto per far rinascere la regione 

Il candidato presidente della coalizione anti-Marsilio si presenta e punta sui giovani

Una foto tra i giovani del Pd, dimostrazione plastica del futuro a cui guarda la coalizione. E un discorso breve: 27 minuti esatti per tracciare le linee guida del programma elettorale.
I contenuti verranno fuori dal confronto diretto con gli abruzzesi. Così Luciano D’Amico, originario di Torricella Peligna, 63 anni, ex rettore dell'Università di Teramo, ex preside della facoltà di scienze delle comunicazioni a Teramo, ma soprattutto raffinato economista, ha scelto di lanciare il "Patto per l'Abruzzo". Tre parole che racchiudono i grandi temi su cui il candidato di "Abruzzo Insieme", che sfiderà Marco Marsilio alle elezioni regionali di marzo 2024, intende lavorare. L’obiettivo, dice D’Amico, è dare agli abruzzesi “il diritto alla felicità”. In un affollato incontro nella sala Favetta del museo delle Genti d'Abruzzo, a Pescara, D'Amico ha evidenziato le potenzialità del digitale per far conoscere, con un semplice clic, i prodotti artigianali per esempio di Pietracamela o i vini di Capestrano anche dall'altra parte del mondo.
Ha sottolineato il concetto di salute globale intendendo la cura degli esseri umani, degli animali e dell'ambiente in un tutt’uno che può servire a migliorare la qualità della vita di ciascuno di noi. Ed ha annunciato investimenti sull’economia della conoscenza: di quell'universo di giovani talenti abruzzesi «che devono restare sul territorio, per alzare il tasso di occupazione e fermare la fuga di professionalità in altri Paesi».
Si è definito, D’Amico, «un abruzzese fortunato di essere nato in un piccolo paese della provincia di Chieti, figlio di un agricoltore che aveva semplicemente la terza elementare», e di aver realizzato «il mio progetto di vita. Mi sento in dovere di restituire all’Abruzzo tutto quello che ho ricevuto. Vorrei che anche ai giovani di oggi fossero offerte quelle opportunità che ho avuto io».
D'Amico ha citato la Costituzione italiana comparandola alla Costituzione americana, «che punta al benessere e alla felicità individuale», ha detto, «quando, invece, la nostra ha come obiettivo il benessere collettivo». Nel suo discorso due figure di rilievo: l'economista del Settecento napoletano, Antonio Genovesi, «che per la prima volta tracciò questi principi», ma venne soppiantato dalle teorie dello scozzese Adam Smith, improntate all'edonismo americano. «L'Abruzzo deve tornare al benessere collettivo, ad un'economia civile basata sulla virtù intesa come perseguimento del benessere comune. Nessuno deve restare indietro», ha sottolineato, «questa sarà la cifra del mio impegno. Perché quando si realizza il progetto di vita di un abruzzese, di un giovane, ne beneficia tutta la regione». Poi, una seconda citazione, quella di John Fitzgerald Kennedy: «È un percorso assai difficile quello che si aspetta, ma come diceva Kennedy "andremo sulla luna perché è difficile”: il nostro progetto è impegnativo, perché l’Abruzzo lo merita e l’impegno sarà tanto più grande quanto l’entusiasmo che già lo accompagna».
D'Amico ha tratteggiato i contorni di una regione «in bilico tra il conseguimento di una capacità di sviluppo in grado di autoalimentarsi e un grave arretramento». Questo mentre siamo di fronte a sfide epocali che coinvolgono anche la rivoluzione dei sistemi di produzione. «Non possiamo perdere questo treno: accadde già 150 anni al Mezzogiorno, che fu costretto in seguito a una continua rincorsa. Si tratta di sfide che offrono scenari di opportunità impensabili e vanno raccolte», le parole del candidato presidente. L'ascolto dei cittadini sarà prioritario rispetto all'elaborazione definitiva del programma, ha assicurato D'Amico «per analizzare i bisogni della nostra regione in una prospettiva nuova».
Il candidato di “Abruzzo Insieme” si è poi soffermato sui dati: un marchigiano ha un’aspettativa di vita di quasi un anno in più rispetto a un abruzzese. Un problema ampio che riguarda, ad esempio, anche il fatto che quattro bambini su dieci, nella nostra regione, rischiano a causa di una cattiva alimentazione di sviluppare patologie croniche», ha detto, «dobbiamo fare in modo che non accada».
E ancora: «La creazione di un ecosistema dello sviluppo, per sconfiggere le molteplici forme di povertà, economica, sociale e culturale». Sempre facendo riferimento alle Marche, D'Amico ha evidenziato come «lì si registri un tasso di occupazione del 72%, di dieci punti percentuale rispetto all'Abruzzo, fermo al 62%. Dobbiamo aspirare a rimuovere una serie di ostacoli come la disoccupazione femminile: la differenza di genere nei valori e nelle dinamiche lavorative è ancora troppo elevata. Vivere e lavorare in Abruzzo dev’essere piacevole, l’Abruzzo deve attrarre imprese e cittadini. Valori da creare insieme da cui nascerà un programma per contrastare Marsilio».
Nell'incipit del suo discorso di presentazione, scorrevole, essenziale e a braccio, il professor D'Amico, docente di Economia aziendale, ha voluto lanciare un invito «a coloro che sono in fase di avvicinamento»: Azione di Calenda, guidata da Giulio Cesare Sottanelli, con cui il dialogo è aperto, e Polis 305, il partito dei sindaci, con a capo Gianguido D'Alberto, sindaco di Teramo e presidente regionale dell'Anci. Ingressi che potrebbero riportare il raggio d'azione della coalizione a quota 13, un numero che porta fortuna.
©RIPRODUZIONE RISERVATA