Dragaggio, Chiodi "Responsabilità dello Stato"

"E' arrivato il momento di dire come stanno le cose: lo Stato ha una responsabilità enorme, fin dal giorno della costruzione del porto di Pescara", ha detto il presidente della Regione Abruzzo
PESCARA. "E' arrivato il momento di dire come stanno le cose: lo Stato ha una responsabilità enorme, fin dal giorno della costruzione del porto di Pescara, una struttura realizzata prescindendo dalle buone regole di costruzione". Lo ha affermato il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenendo, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, sulle condizioni in cui versa lo scalo del capoluogo adriatico, a causa delle mancate operazioni di dragaggio.
"Lo Stato", ha proseguito Chiodi, "ha responsabilità enormi, perché negli anni non ha curato la manutenzione, dai costi elevatissimi. Costi che non sono stati assicurati attraverso i vari istituti e il Provveditorato alle Opere pubbliche".
"E' stato dichiarato lo stato di emergenza - ha poi sottolineato il governatore - ed è stato nominato un commissario straordinario per il dragaggio, cioé il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, che, però, non è stato messo nella condizione di poter affrontare i problemi".
Chiodi ha poi evidenziato che "i soli soldi utilizzati fino ad ora sono quelli della Regione Abruzzo, che non aveva il dovere di intervenire, in quanto il porto non è regionale ma statale. Questi soldi - ha sottolineato - sono stati bruciati per le analisi richieste sui fanghi e per i risarcimenti all'impresa che aveva iniziato il dragaggio e che è stata bloccata per l'intervento della magistratura".
Il presidente della Regione Abruzzo ha poi ricordato la possibilità di istituire una Commissione d'inchiesta, perché "sulla vicenda del porto di Pescara si potrebbe scrivere un libro. Ormai siamo di fronte ad una situazione 'kafkiana', ridicola - ha concluso Chiodi - e a pagarne le conseguenze sono la marineria e tutti coloro che col porto ci lavoravano".