E “Nato da un cane” diventò Ovosodo

In libreria il trattamento del film Leone d’argento curato da Ottavia Madeddu

ROMA. Si doveva intitolare “Nato da un cane” e se il cuore del racconto è rimasto inalterato non poche cose sono cambiate dal “trattamento” di “Ovosodo” al film virziniano illuminato anche da un Leone d’argento, romanzo cinematografico di formazione scritto a quattro mani con Francesco Bruni, ambientato a Livorno e dallo spiccato gusto autobiografico. Pibblicando il “trattamento”, anello di congiunzione fra la prima idea della storia e la pellicola finita, la casa editrice pisana Ets offre quindi ai lettori la possibilità di “rivedere” quel film da un’altra angolazione e un po’ da dietro le quinte oppure lo stimolo a vederlo per la prima volta, spinti dalla lettura di questa piccola tragedia che prenderà i toni della commedia cinematografica più riuscita, molto Dickens e molta cultura letteraria intelligentemente modellata alle esigenze cinematografiche. Da poco in libreria “Nato da un cane-Il trattamento originale di Ovosodo” a cura di Ottavia Madeddu (sceneggiatrice) con la prefazione di Paolo Merenghetti, fa parte di un progetto curato da Augusto Sainati, docente di Storia del Cinema all’università di Pisa e Pisa e a Napoli, all’università Suor Orsola Benincasa. «Il fascino di operazioni come queste - spiega Sainati - sta nel dare al pubblico la possibilità di aprire una finestra sulla cucina di un film, sul mondo immenso che sta dietro una produzione, che sta prima della pellicola pronta per lo schermo. Poter lavorare sul trattamento di “Ovosodo” è stato entusiasmante - spiega Sainati - . In questo caso colpisce l’efficacia di questo testo che in poche righe riesce a creare immagini, a far “vedere” la scena. Un testo autonomo, né romanzo né sceneggiatura, come appunto deve essere un trattamento, che dà l’idea di come dall’idea originale, che è il soggetto, davvero stringato, si arrivi al film vero e proprio».

Del rest Sainati si potrebbe definire un eslploratore di terre cinematografiche sconosciute: «Tutto cominciò quando un amico sceneggiatore, Tulio Pinelli, che doveva sgombrare una casa, mi regalò un baule pieno di materiale. Tra tutti quei fogli trovai persino un testo inedito di Fellini! Non tutti sanno che dietro ogni film, nella fase pre-sceneggiatura, ci sono tesori. Disegni schizzi, lettere. E appunto piccole perle di cine-narrativa come “Nato da un cane” che grazie alla disponbilità di Virzì e Bruni abbiamo potuto portare in libreria».

(c.g.)