lavoro a rischio
Esuberi alla Brioni di Penne, in mille protestano a Pescara
Lavoratori, sindacati e sindaci da tutta l'area vestina per chiedere alla Regione di intervenire contro il tagli di 400 posti di lavoro annunciato dalla holding francese Kering
PESCARA. Circa mille persone, tra cui molte donne, sono scese in piazza questa mattina, a Pescara, davanti al palazzo della Provincia di via Passolanciano, che ospita anche gli uffici della Regione, per protestare contro gli annunciati esuberi alla Brioni di Penne. La holding francese Kering ha annunciatato nelle scorse settimane il taglio di 400 su 1200 posti di lavoro. Tanti gli striscioni esposti per far sentire la voce dei lavoratori della nota fabbrica dell'area vestina: “Kering merci”, “Noi siamo artisti non faconisti” e “Brioni Roman Stytle, le nostre ali devono rimanere grandi per volare sempre più in alto”.
Mentre si sono sussegiti gli interventi in piazza, i sindacalisti e i sindaci hanno incontrato l’assessore regionale Giovanni Lolli e i rappresentanti della proprietà della Brioni. «Questo è un problema nazionale, perché si tratta di un'eccellenza nazionale. In tal senso, la prima cosa che annuncerò durante l'incontro è che c'è un tavolo nazionale già fissato per il 16, alle 10, al Mise», ha annunciato l'assessore. «Per dimensioni e qualità di questa azienda», ha aggiunto Lolli, «questa è una questione che deve essere portata a livello del Governo del paese. Il rapporto non possiamo averlo solo con i dirigenti dello stabilimento ma dobbiamo averlo con la proprietà. È con la Kering che vogliamo parlare e vogliamo sapere cosa intendono fare. Poi la Regione è disposta a mettere in campo tutti gli strumenti agevolativi, ma nei confronti di un piano industriale serio». Lolli ha anche affermato che «l'area Vestina, insieme alla Val Pescara, rientrerà nell'ambito della legge 181, relativa alle aree di crisi: uno strumento in più - ha concluso - nei confronti delle imprese che vogliono fare investimenti».
Sono dieci i pullman arrivati in città, oltre a molte auto private. A fianco ai lavoratori, ai sindacati e alle associazioni si sono schierati anche i sindaci di Penne, Collecorvino, Città Sant’Angelo, Farindola, Montebello, Civitella Casanova, Villa Celiera, Loreto e Picciano. «Quattrocento licenziamenti, con il crollo dell'indotto Brioni e la crisi delle attività commerciali significherebbero un autentico cataclisma per l'intera area Vestina», ha affermato il sindaco di Penne, Rocco D'Alfonso. «L'intera area Vestina è qui, perchè questa è una vertenza di area; ogni comune ha dipendenti Brioni al suo interno. Di scelte sbagliate ce ne sono state e non è giusto che siano i lavoratori a pagare scelte imprenditoriali errate».