Pescara

Evasione, il pm: le coop fantasma di De Nicola

L’inchiesta con 24 indagati, il gip: il gruppo ha creato società cooperative prive di autonomia per poter evadere contributi assistenziali e previdenziali

PESCARA. Il settore sanitario, quello scolastico e il settore immobiliare: tutta la galassia di Carmine De Nicola, l’imprenditore originario di Chieti e residente a Francavilla, è stata passata al setaccio dalla Guardia di finanza nell’inchiesta che conta 24 indagati a cui sono stati contestati, a vario titolo, l’associazione per delinquere finalizzata al truffa ai danni dell’erario e una serie di reati fiscali. Sotto inchiesta è finita tutta la famiglia dell’imprenditore che lo scorso anno tentò di ampliare il suo impero acquistando la clinica Villa Pini: tentativo, poi, non andato a buon fine e che gli inquirenti non hanno esaminato.

L’accusa: «Oltre 30 cooperative fantasma». Quello che, invece, emerge dal decreto di sequestro preventivo a firma del gip Nicola Colantonio è la ricostruzione di tutte le società gestite nei vari settori dall’imprenditore e come queste, sostiene l’accusa, si fossero appoggiate a cooperative: “scatole vuote”, contestano il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e il pm Anna Rita Mantini, circa una trentina di cooperative – uno strumento più facile da gestire e soggetto a semplificazioni fiscali – che, nel corso degli anni, sarebbero state aperte, poi chiuse e di nuovo aperte e che sarebbero state utilizzate da De Nicola per farsi carico di tutti gli oneri fiscali e contributivi.

Scrive il gip nel decreto: «Il gruppo associativo costituiva diverse società cooperative che erano prive di autonomia gestionale e organizzativa per poter uscire, nel corso degli anni, ad evadere il pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali per un ammontare di 14 milioni di euro nonché evadere il pagamento delle imposte accumulando un debito erariale di circa 12 milioni di euro». Di questo meccanismo, sempre per l’accusa che è tutta da provare, avrebbero beneficiato le società reali del gruppo De Nicola, molte delle quali rappresentate dai familiari dell’imprenditore e, nel corso degli anni, dai professionisti di fiducia di De Nicola coinvolti nell’inchiesta: il commercialista Andrea Di Prinzio, l’avvocato Antonio Di Ianni che seguì l’asta per Villa Pini e anche il commercialista Guerino Testa, che ha una posizione meno pesante rispetto ai principali indagati.

Dal settore sanitario a quello scolastico. Ad essere accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa sono De Nicola, Di Ianni, i figli dell’imprenditore, la moglie Maria Grazia Orlando e il suo collaboratore Antonello Ciuffetelli. E alcuni di loro, come viene ricostruito nell’inchiesta, hanno rivestito ruoli all’interno delle società del gruppo. Il settore scolastico dell’imprenditore comprende l’Iri School College, Il Nazareno e D. G. Rossetti, le insegne amministrate da varie società: Asi Srl, Ansi Srl, Opera scolastica L’Ausiliatrice, Oran Srl e Sma Srl amministrate sia da De Nicola che dalla famiglia. Le società del settore sanitario come Cise Srl, Saninvest Srl, Smc Srl, Medigest Srl, Casa di cura Stella Maris Srl e Casa di cura Villa Anna sarebbero state gestite, nel corso degli anni, sempre dal patron ma anche da Di Ianni. «De Nicola», prosegue il gip, «con l’ausilio dei suoi più stretti familiari ha assunto un ruolo apicale nell’organizzazione e nella direzione delle condotte complessive degli associati», aggiunge Colantonio. Le indagini sulla presunta evasione restano aperte e non è escluso che portino a sequestri per equivalente.

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