«Facciamo ripartire  in città i consigli di circoscrizione» 

Proposta in Parlamento per la ricostituzione dei municipi I ricordi e gli aneddoti degli ex amministratori di quartiere 

PESCARA. Riaprire i consigli di quartiere. Ripristinare i piccoli municipi territoriali, cancellati dalle istituzioni precedenti per mancanza di fondi, che tanti problemi ai cittadini hanno risolto nel passato e nei quali si sono formate molte generazioni di politici.
E' la proposta che emerge dal documento programmatico del movimento "Democratici e popolari per l'Abruzzo" di cui fanno parte politici della vecchia e nuova guardia come Licio Di Biase, Mario Amicone, Tonino Menna, Vincenzo Palmerio, Tommaso Coletti, Gianluca Fusilli. Quest'ultimo autore di una proposta di legge, depositata in Parlamento, per la ricostituzione dei quartieri nei Comuni da 100mila a 250mila abitanti, firmata anche da Vittoria D'Incecco. Ex amministratori che ora tornano in voga con un movimento amarcord che guarda al futuro e al cambiamento passando attraverso «l'insegnamento», alle giovani generazioni, del vecchio modo di fare politica. Cioè tra la gente. Per strada. Per questo, secondo uno dei leader del coordinamento, Licio Di Biase, 61 anni (nell'arena politica da quando aveva «18 anni e 4 mesi, forse il più giovane consigliere di quartiere d'Italia»), è necessario ripartire dai « cari consigli circoscrizionali, prima ancora si chiamavano consigli di quartiere, che dovrebbero essere riattivati non solo a Pescara ma in tutta Italia». E, via, i compensi. «Crediamo che la partecipazione democratica si faccia sul territorio gratuitamente, nessuno dovrebbe percepire compensi ma lavorare con spirito di volontariato, perché questa è la vera essenza della politica». Di Biase, storico appassionato, ripercorre la genesi delle circoscrizioni sorte 43 anni fa a Pescara e soppresse nel 2014 per volontà del legislatore, a causa della carenza di fondi per mantenere l'intero apparato amministrativo. Furono istituiti «nell'autunno del 1975 su indicazione della Democrazia cristiana che raccolse una sollecitazione di Giuseppe Dossetti, nel bolognese. A Pescara, attualmente 121mila abitanti, era sindaco Alberto Casalini». La tradizione si interruppe nel 2014 allineata alla fine della legislatura di Luigi Albore Mascia, dopo che nel 2011 il legislatore impose la cancellazione degli organismi circoscrizionali nei comuni al di sotto dei 250mila abitanti.
«Di pari passo», prosegue Di Biase, «i Comuni al di sotto dei 10mila abitanti subirono tagli di consiglieri e assessori pari al 20 percento: la beffa è che invece di ridurre le indennità hanno ridotto i consiglieri. Io sono entrato in politica nel 1973 e dal 1975 al 1980 sono stato consigliere alla circoscrizione dei Colli, via Cecamore. Non ho mai preso un soldo. Ai miei tempi c'erano nove consigli di quartiere, 180 persone tra consiglieri e presidente e 50 consiglieri comunali. Una sproporzione evidente. A metà anni Novanta i consigli si sono ridotti da 9 a 5, e, successivamente, a tre con 80 consiglieri». Le sedi di quartiere inizialmente erano così ripartite: quartiere 1 San Donato-Silvestro; quartiere 2 Pineta; 3 Villa del Fuoco; 4 Portanuova; 5 Villa Fabio-ospedale; 6 Pescara centro via Galliani; 7 Colli Pescara; 8 Zanni-Santa Filomena; 9 piazza San Francesco.
Con l'accorpamento, si sono messi insieme i quartieri 1-2-3 e 4, 5 e 7, 6,8 e 9. Dall'unione sono nate le circoscrizioni Porta Nuova, Colli e centro. Negli ultimi anni i presidenti percepivano stipendi intorno agli 800 euro netti e i consiglieri da 250 a 400 euro al mese. In ogni sede, facenti capo al Comune, c'era un dipendente amministrativo l'ufficio anagrafe, lo stato civile . Da queste fucine sono usciti nomi conosciuti, della vecchia e nuova politica: Vittoria D'Incecco, Alfredo Castiglione, i fratelli Piernicola, Maurizio e Gianni Teodoro. Indimenticabili i presidenti Plinio Pelagatti, Gabriele Ferrara e la maestra Paola Sereni. I protagonisti di oggi e di ieri, ora, chiedono a gran voce la rinascita delle circoscrizioni.