Falsi rimborsi, dipendente Asl licenziato

Penne, sottratti all'azienda 80 mila euro. L'uomo è stato denunciato per peculato

PENNE. Fingeva che il paziente avesse chiesto un rimborso sul ticket, ma i soldi li intascava lui. Un giro che, solo da agosto scorso, è fruttato 80 mila euro. Soldi usciti dalle casse della Asl ed entrati in quelle di un dipendente del Cup di Penne. I carabinieri lo hanno denunciato per peculato. L'azienda lo ha licenziato per comportamento infedele e doloso.

Il dipendente non è il primo ad aver sottratto soldi alla Asl. Perchè già lo scorso anno una persona che lavorava nel distretto di Pescara Sud è stata licenziata per una ragione simile, come rivela il direttore generale della Asl Claudio D'Amario. «Anche in quel caso il dipendente», spiega D'Amario, «ha sottratto alle casse dell'azienda un importo tra i 70 e gli 80 mila euro in un anno e mezzo. Per cautelarci e recuperare il danno abbiamo bloccato l'erogazione della sua liquidazione».

Per il caso di Penne a indagare sono stati i carabinieri della stazione cittadina guidati dal maresciallo Pasquale Columbaro e dal comandante della compagnia, il capitano Massimiliano Di Pietro. L'inchiesta è partita a gennaio dalla segnalazione fatta alla Asl da una paziente che si è accorta che era successo qualcosa di strano con i suoi rimborsi.

Dalle indagini è venuto fuori che l'uomo, che era addetto alla cassa del Cup di Penne, simulava falsi rimborsi per prestazioni non dovute e incassava le somme. Di fatto il dipendente, spiegano gli investigatori, fingeva che i pazienti che avevano pagato il ticket per ottenere una prestazione poi chiedessero il rimborso o perchè la prestazione non era stata eseguita o giustificandolo con un'esenzione, ad esempio per invalidità. I soldi del rimborso, però, non arrivavano nelle tasche dell'ignaro paziente ma in quelle del dipendente.

Con questo sistema, secondo quanto accertato finora dai carabinieri, da agosto del 2010 a gennaio l'uomo avrebbe sottratto alle casse della Asl 80 mila euro. Ma l'uomo potrebbe aver iniziato anche prima a usare questo metodo. «Gli accertamenti», spiega D'Amario, «verranno fatti sugli ultimi tre anni».

L'uomo è stato denunciato dai carabinieri alla procura di Pescara ma il magistrato competente ha trasmesso gli atti al pool attivo presso la procura dell'Aquila che si occupa dei reati informatici.

La direzione generale della Asl giovedì scorso ha emesso una delibera con cui il dipendente è stato licenziato per comportamento infedele e doloso che ha arrecato danno all'azienda.

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