Fiume deviato e nuova vasca per salvare il porto

23 Aprile 2011

Mascia: "I soldi da 3 ministeri e poi via alla deviazione del fiume"

PESCARA. «E' chiaro che oggi c'è un pasticcio sul dragaggio e che i lavori che saranno portati a termine serviranno a tamponare un'emergenza. Il tavolo permanente istituito può vigilare sull'andamento dei lavori che hanno avuto mille problemi. Come salvare il porto? Chiedendo a tre ministeri venti milioni di euro». Il sindaco Mascia è rinfrancato dalle parole del presidente della Regione Chiodi che, a margine di una conferenza, ha parlato del porto di Pescara, delle sue condizioni drammatiche mettendo sul piatto la cifra di 20 milioni di euro.

Passa anche dall'incontro con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, la speranza di sbloccare una situazione di stallo che si trascina da mesi tra le proteste. Un confine che, per il sindaco Luigi Albore Mascia, d'accordo con quello che dice il presidente della Regione Gianni Chiodi, può essere superato chiedendo allo Stato 20 milioni di euro e stilando un piano di interventi strutturali con l'aiuto di Adriano Goio.

Ma a Mascia piace anche rilevare che «la madre di tutti i problemi», come la definisce, è nell'analisi costante dei fondali.

C'è un aspetto politico e uno più tecnico nella rivoluzione che il sindaco spera di portare a termine per riconsegnare a Pescara un «porto di interesse nazionale». Così, Mascia inizia a spiegare: «E' importante che, in questo momento, ci sia sul porto l'interesse dei vertici della Regione. Io sto cercando di fare la mia parte vigilando sul dragaggio che, secondo gli accordi, ripartirà mercoledì 27». Ma Mascia, tra le cose che si possono fare in brevissimo tempo, batte su un punto: «Occorre un monitoraggio costante dei fondali, perché la caratterizzazione determina il buon uso delle risorse pubbliche. Un esempio: se il 90% dei fanghi è inquinato e il 10% del fondale è sabbioso, la legge prevede un trattamento complesso. Se invece i dati sono diversi e, tramite le analisi possiamo saperlo subito, si riescono a dragare più metri cubi a un prezzo diverso».

«Caratterizzare di continuo», ripete Mascia rivolgendosi stavolta a Chiodi e chiedendo un suo intervento in modo che l'Arta, ente strumentale della Regione, possa monitorare i fondali e vedere se sono nocivi o no. I dati del tormentato dragaggio, una vicenda che va avanti ormai da circa un anno, sono arrivati a un punto fermo: i soldi stanziati, tra Regione e provveditorato alle opere pubbliche, superano i 4 milioni. Di questi, una minima parte - circa 550 mila euro - sono stati utilizzati per un mini intervento da 2 mila metri cubi. I lavori da quasi due milioni di euro che ripartiranno il 27 aprile serviranno a sollevare fanghi per circa 18 mila metri cubi e l'ultima tornata da 2 milioni, sempre della Regione, riguarderà l'asta fluviale.

E dopo? Inizia questa settimana la corsa per trovare 20 milioni di euro che potrebbero rimodulare il porto. Perché l'intervento strutturale, come spiega l'architetto Adriano Goio, sempre in attesa di essere nominato commissario straordinario, consta di due punti: «Deviazione del fiume e una nuova vasca di colmata dalla capacità di 80 mila metri cubi».
Ne uscirebbe fuori un porto ridisegnato con il corso del fiume che curva e fa una deviazione a nord. «Adesso il fiume», spiega Goio, «sfocia nel porto dove si trova la diga foranea che rappresenta un tappo, trattiene nel porto tutto quello che trasporta il corso d'acqua. Bisognerebbe deviare il fiume a nord, rifare le due sponde e posizionare a monte un nuovo porticciolo per i pescherecci. Il porto avrebbe due ingressi, quello commerciale e quello per i pescatori. Fondamentale, poi, è una nuova vasca di colmata da 80 mila metri cubi perché quella esistente non è a norma ed è piena». Della somma che potrebbe salvare il porto, dice Goio, «18 milioni potrebbero essere spesi per la vasca di colmata e la deviazione del fiume e 2 milioni per un altro dragaggio essenziale». Spetterà agli amministratori, adesso, reperire quella cifra. «Potrebbe essere divisa tra il ministero dell'Economia, delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico», dice Mascia. «Inoltre, il provveditorato alle opere pubbliche ha 15 milioni da destinare a Marche, Abruzzo e Lazio e potremmo chiedere di assegnarci subito 5 milioni. Dopo i fondi», chiosa il sindaco, «è fondamentale che Goio venga nominato commissario e metta in atto quel programma di interventi strutturali».

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