Fontanelle, l'appello del parroco

Don Massimiliano: tutto il quartiere deve collaborare per reagire

PESCARA. «Si tratta di quattro delinquentelli. Sono come gli scarafaggi, quando se ne va la luce escono fuori. Adesso si sono accese le luci delle telecamere e dei giornalisti, e poi? Quando queste luci saranno spente, che facciamo? Torneranno fuori gli scarafaggi? A questo dobbiamo stare attenti. Noi e voi fontanellesi dobbiamo aiutarci, stare vicini e proseguire questa battaglia». Va giù duro don Massimiliano De Luca, parroco della chiesa di San Pietro Martire, la parrocchia del rione Fontanelle, nella predica domenicale durante la messa di ieri, riferendosi ai responsabili dei tre attentati contro l'associazione "Insieme per Fontanelle" e il suo presidente Nello Raspa, che nelle ultime settimane hanno fatto salire il livello d'allarme in questa zona della città.

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«A Fontanelle», prosegue don Massimiliano, «ci sono soprattutto cose belle». E spiega che al presidente dell'associazione "Insieme per Fontanelle" (presente alla funzione alla fine dei banchi) ha mandato un messaggio dalla Terra Santa «nel quale gli dicevo che questi atti subiti sono delle medaglie per chi si batte per il bene della società, medaglie per le quali deve andare fiero. Comprendo che la moglie sia terrorizzata. Si tratta di un'associazione che io ho cercato di sponsorizzare il più possibile e che si sta attivando per il bene di Fontanelle tutta, non solo di via Caduti per Servizio. Bisogna darle atto che ha fatto tanto per questo territorio e ciò ha dato fastidio a qualcuno».
Don Massimiliano cerca anche di indicare il modo per uscire da questa situazione: «Intanto proponendo qualcosa di positivo, con il Gruppo Tend e con il Movimento eucaristico giovanile. Per chi viene da fuori dobbiamo dire che qui a Fontanelle non è facile, perché abbiamo a che fare con una povertà mentale, prima ancora che di portafoglio. Una miseria mentale che porta ad avere poca materia grigia e molta segatura nella testa. Questo è il problema principale per il quale dobbiamo lottare. Qui ci sono molta omertà e molto abbandono scolastico», continua il parroco. «Il figlio di uno spacciatore che interesse avrebbe a diventare medico o avvocato? Non guadagnerebbe mai come il padre. Rimarrà sempre ignorante e utilizzerà quella poca materia grigia per fare del male. Purtroppo è così. Spero che il Gruppo Tend possa fare di più e proporsi maggiormente. Dobbiamo tornare a essere una proposta seria che venga da Cristo per tutto il territorio. Per questo vi chiedo un impegno maggiore».
Concorde con don Massimiliano anche Nello Raspa: «Vero quello che dice, basta vedere la riunione fatta qualche tempo fa e alla quale non c'era nessuno. Io mi aspettavo che la gente arrivasse fino alla Tiburtina e invece in pochissimi sono scesi in piazza. Ho ricevuto poche testimonianze. Un po' mi sento solo, lo confesso».

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