Fonte Borea, riemerso un reperto del Settecento

Il ritrovamento è avvenuto durante gli scavi del cantiere per riqualificare la strada Il consigliere Di Biase: gioiello storico, la struttura potrebbe risalire al’epoca romana

PESCARA.

Si distinguono almeno tre diverse stratificazioni temporali nella storica Fonte Borea riemersa ieri mattina durante i lavori di riqualificazione straordinaria di via Fonte Borea, un cantiere aperto da pochi giorni in una zona a elevato interesse archeologico per la città di Pescara. Nei prossimi giorni, forse già lunedì, sarà effettuato un altro sopralluogo con la sovrintendente ai beni paesaggistici e architettonici Patrizia Tomassetti per le prime verifiche sulla fonte che ha chiare tracce dell'epoca romana e poi del 1700-1800. Nel frattempo, le opere di recupero proseguiranno sotto la vigilanza dell’archeologo Martina Pantaleo per la messa in sicurezza del sito.

La scoperta. «Pescara si conferma ancora una volta come una città con un passato ricco di storia e di insediamenti», spiega il consigliere comunale delegato alla valorizzazione e al recupero del patrimonio storico della città Licio Di Biase che, ieri, ha effettuato il sopralluogo in via Fonte Borea e Strada delle Fornaci con il dirigente ai Lavori pubblici Fabrizio Trisi, con l'archeologa Pantaleo dell'Archeoclub e con il direttore dei lavori. «Sapevamo o quantomeno sospettavamo della presenza della Fonte Borea, testimoniata tra il 1700 e il 1800», prosegue Di Biase. «La sua esistenza mi era stata segnalata da Giuseppe Quieti che, sapendo dell'inizio imminente dei lavori di riqualificazione della strada, mi aveva sollecitato una particolare attenzione durante le opere di scavo pensando che le ruspe avrebbero potuto riportare alla luce le tracce di quella Fonte». L’ipotesi era stata quindi trasferita alla sovrintendenza che comunque aveva già disposto la presenza sul cantiere, durante i lavori di scavo, di un archeologo proprio perché la zona dei lavori è di forte rilevanza archeologica. «Sappiamo per certo che nell'area», aggiunge Di Biase, «ci sono stati insediamenti anche di periodo romano, e in passato, durante lo svolgimento di altre opere, sono stati ritrovati cocci anche di epoca pre-romana, peraltro una zona a pochi passi da Colle del Telegrafo». Iniziati i lavori è subito quindi riemersa l’antica Fonte, testimonianza della storia di Pescara. «Gli atti», spiega il consigliere e storico, «ne provano l’esistenza già nel 1700-1800, ma la struttura originaria, e il particolare tipo di malta rintracciata, lasciano presupporre che la Fonte possa essere già di periodo romano, e anche il nome, Borea, merita un approfondimento per rintracciarne le origini». Già dopo il primo sopralluogo è stato possibile stabilire almeno tre diverse stratificazioni temporali che, adesso, dovranno essere approfondite e, nel frattempo, Fonte Borea sarà messa in sicurezza.

La seconda Fonte. Tra pochi giorni cominceranno, poi, anche i lavori di riqualificazione straordinaria di strada delle Fornaci dove, sempre durante il sopralluogo preventivo di ieri per l'organizzazione del cantiere, è emersa una seconda Fonte «di cui però», illustra ancora Di Biase, «non abbiamo tracce ma con ogni probabilità è dello stesso periodo storico di Fonte Borea e, addirittura, potrebbe conservare anche la cisterna interrata». Anche in questo caso è stata attivata la macchina tecnico-amministrativa per riportare alla luce il reperto di cui, intanto, si cercheranno tracce nei documenti dell'archivio di Stato. «Si tratta di un’opera in mattoni», prosegue Di Biase, «e sembrerebbe simile a Fonte Borea, ma addirittura di dimensioni più grandi e soprattutto potrebbe aver conservato anche l'antica cisterna».

Le testimonianze storiche di Pescara. A questo punto, il Comune continuerà nell’attività di ricerca e ritrovamento, attività che saranno assolutamente compatibili con i lavori di cantiere, al fine di preservare per la collettività due nuovi gioielli che la terra ha restituito e che raccontano la storia più antica di Pescara. (cr. pe.)

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