Francavilla, è disabile al cento per cento ma l'Asl gli dimezza i sussidi

Appello della madre anziana che da sola accudisce il figlio di 48 anni La commissione invalidità della Asl nega l’indennità di accompagnamento

FRANCAVILLA. Roberto ha 48 anni ma non è autosufficiente, a causa di una minorazione psichica che lo costringe a dipendere in tutto e per tutto dalla madre anziana, con la quale vive in un alloggio popolare. Più di vent’anni fa, quando arrivò in Italia da un paese del Sudamerica insieme con la sua famiglia, gli venne riconosciuta l’invalidità al 100% e in più, gli fu assegnata l’indennità di accompagnamento, necessaria per far fronte alle sue esigenze di assistenza.

Quattro anni fa, all’età di 44 anni, la commissione preposta della Asl di Chieti ha tolto a Roberto l’accompagnamento, pur riconfermandogli l’invalidità. Da allora, inutilmente, la madre continua a battersi a suon di ricorsi contro un provvedimento che considera ingiusto e fortemente penalizzante per suo figlio, anche in considerazione delle scarse risorse economiche.

«Sono disperata. Ho 68 anni e prendo una pensione sociale. Non so come fare per gestire le necessità di Roberto. Tolti circa 400 euro di accompagnamento, ora gli danno solo 240 euro al mese di invalidità» racconta. «Mio figlio non sa leggere né scrivere e non riesce neppure a parlare bene. Non sa dire quanti anni ha e dove abita. Non riconosce le strade e, se lasciato solo, si perderebbe. Per ogni cosa dipende da me. Com’è possibile che a distanza di vent’anni gli sia stato tolto l’accompagno?».

Il problema pare sia tutto nella diagnosi. «Sembra che per avere l’accompagnamento, la diagnosi debba indicare un ritardo mentale grave e non medio-grave come quello riconosciuto a Roberto» spiega la madre. «I patronati mi dicono di fare ricorso ma poi ogni volta viene respinto. Se davvero Roberto è così autonomo, allora che gli diano un lavoro. Per fortuna, a Francavilla, c’è il centro per ragazzi disabili gestito dai volontari della Orizzonte, dove posso portarlo a fare delle attività gratuitamente. Altrimenti starebbe tutto il giorno a casa».

«La nostra associazione segue Roberto da più di 10 anni. Non ha l’autonomia per muoversi da solo» conferma Michela Mattoscio, presidente della Orizzonte. «Non possiede senso di orientamento. Ha problemi fisici e va tenuto sotto controllo costantemente. Deve prendere molte medicine, si stanca facilmente e ogni tanto ha dei malori e sviene. Perché gli hanno tolto l’accompagno? È guarito improvvisamente a 44 anni? In realtà, più avanti avrà bisogno di assistenza. La madre si fa più anziana e se ha bisogno di andare in ospedale, chi glielo guarda il figlio se non può pagare qualcuno a cui affidarlo? Si parla tanto di integrazione e di inclusione, e poi ad essere penalizzati sono sempre i più deboli».

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