«Fumetti e teschi, la mia guerra vinta»

Il titolare di Jolly Roger in corso Umberto: lasciai Ingegneria per i disegni, che fatica avere il consenso dei miei genitori

MONTESILVANO. «Io, dopo il diploma di perito meccanico, mi ero iscritto alla facoltà di Ingegneria dell’università di Ancona ma passavo più tempo davanti alla vetrina dello storico Tom Tom Tatoo che a lezione: mi piaceva il mistero dei tatuaggi. Poi, mi sono iscritto all’Accademia delle Belle arti dell’Aquila e anche lì passavo ore e ore nello studio di un amico tatuatore. Insomma, la passione mi ha spinto a diventare un tatuatore: lo faccio da 7 anni e da un anno ho uno studio tutto mio in corso Umberto». Undici anni fa, Fabrizio Scioli è rimasto «folgorato» entrando da cliente in uno studio di tatuaggi per farsi fare un lupo su una spalla: «È così che ho voluto diventare protagonista di questo mondo affascinante. Come è successo? Un fatto naturale: sentivo che volevo farlo e basta».

Con quella faccia, Scioli non poteva fare l’ingegnere: troppe linee rette e troppi numeri che stridono con l’irrazionalità dei disegni. Dal giorno del lupo, il corpo di Scioli si è ricoperto di altri 10 tatuaggi: «Il secondo me lo sono fatto da solo: un semplice asso di picche, simbolo dei Motorhead, il mio gruppo preferito. Oggi quell’asso di picche lo rifarei a occhi chiusi ma, quel giorno, mi ricordo che ci ho sudato tantissimo. L’arte del tatuaggio si impara sulla propria pelle: del resto, se non ti fidi della tua mano come fanno gli altri a fidarsi di te? Poi, da me stesso sono passato a tatuare i miei migliori amici. Così, è cominciata la mia gavetta».

A Montesilvano, gli studi di tatuaggi sono vicini quasi come accade a Roma: «Ma non c’è concorrenza tra noi», spiega Scioli, «perché ognuno ha il suo stile e la sua mano. Due tatuaggi all’apparenza uguali sono sempre diversi uno dall’altro». Aprire uno studio tutto suo, Jolly Roger Tatoo, è stata una battaglia: «Tra tutti i miei parenti, io sono stato il primo a tatuarsi ecco perché quando ho cominciato, l’ho fatto quasi da clandestino. Il difficile è stato far capire alla mia famiglia che non facevo niente di male e che cercavo di guadagnare soldi onestamente e non con furti e rapine. Poi, dopo le “guerre puniche” e rendendoli partecipi della mia scelta, l’hanno accettato tanto che ho tatuato anche un’aquila sulla spalla di mio padre». L’importante, sorride il tatuatore, è saper cambiare idea.

La passione di Scioli è per i tatuaggi che guardano ai fumetti: «Amo lo stile chicano, cioè tatuaggi di strada e in bianco e nero che si possono comporre di volta in volta fino a raccontare una storia personale, e l’old school di ispirazione americana, tatuaggi classici dall’anima vintage che fanno ripensare a quelli dei marinai ma calati nella nostra modernità».

Tra i tatuaggi a cui è più legato c’è una Madonna del Guadalupe incisa sul braccio di un amico: prega a occhi chiusi, sembra un po’ addolorata e un po’ schifata dal mondo.

Ma un tatuatore non può pensare soltanto a disegnare: deve essere anche un po’ psicologo. «L’importante», riflette Scioli, «è parlare con i clienti e ascoltarli. Se non c’è un motivo forte per farsi un tatuaggio, meglio non farlo per niente: un tatuaggio dura per sempre. Insomma, se uno vuole farsi un tatuaggio soltanto perché ce l’ha anche un amico, allora, io dico che è meglio lasciar perdere. E poi», prosegue, «cerco sempre di dissuadere chi vuole farsi tatuaggi su viso, collo e mani: non mi piace dare limiti alle persone ma se facessi certi tatuaggi potrei causare danni alla loro vita. Io ricordo sempre che c’è sempre tempo per tatuarsi faccia, collo e mani: meglio non farlo a 20 anni».

Racconta Scioli che, oggi, i tatuaggi sono diventati troppo di moda e la voglia di diventare tatuatori è dilagante: «Ci sono ragazzini che chiedono alla mamma di regalargli la macchinetta ma non ci si può improvvisare tatuatori. C’è il rischio di sfregiare la gente: almeno un paio di clienti a settimana si presentano da me per correggere gli sgorbi che gli hanno fatto gli altri, quasi quasi mi supplicano». ©RIPRODUZIONE RISERVATA