Gli edicolanti in agonia: «Se volete aiutarci azzerate quella tassa»

25 Marzo 2025

In città sopravvivono 36 rivendite, ai sindaci viene proposto di cambiare l’imposta sull’occupazione del suolo pubblico. Parla Giovanni Rosa, rappresentante di Fenagi 

PESCARA. Lo scorso anno in città hanno chiuso i battenti altre due edicole. Un’agonia. Secondo un'indagine di “Fortune Italia” pubblicata a gennaio 2024, nell'arco di tempo compreso tra il 2019 e il 2023 il numero di edicole nel nostro Paese è diminuito di oltre il 16%, con una perdita netta di 2.667 unità. Un calo particolarmente significativo, considerando che, tra le imprese individuali, il decremento è stato del 18,6%. A fine settembre 2023 le edicole erano circa 13.500 rispetto alle oltre 16.000 registrate nel settembre 2019. A Pescara non va meglio: sono rimaste aperte soltanto 36 edicole, mentre nei restanti comuni della provincia ben 20 ne sono sprovvisti. Anche per questa ragione si renderebbe necessaria un'agevolazione fiscale per quei pochi "eroi" che continuano a mandare avanti, nonostante tutto, presìdi territoriali dall'indubbio valore socioculturale.

A fare il punto della situazione con il Centro è Giovanni Rosa, rappresentante di Fenagi - Federazione nazionale giornalai Pescara, che chiede di cancellare (o quantomeno azzerare) la tassa sull'occupazione del suolo pubblico: «È una crisi senza fine», spiega mettendo il dito nella piaga. «Il numero di iscritti a Fenagi-Confesercenti è pari oggi a 45 esercenti su tutto l'Abruzzo. Chi ha la propria edicola sul suolo comunale deve pagare una tassa di occupazione che consiste all'incirca in 1000 euro all'anno per 12 metri quadrati. Per noi è una cifra abbastanza alta soprattutto se rapportata alle vendite che facciamo. Togliere quei 1000 euro ai nostri incassi equivale a togliere circa il 10% del nostro utile».

La richiesta, finora, è però caduta nel vuoto: «Negli ultimi 20 anni - aggiunge Rosa - abbiamo invitato tutte le amministrazioni che si sono succedute, con i vari sindaci e assessori, a eliminare questa imposta su Pescara ma, al di là delle promesse e dei "faremo di tutto", in realtà non ci hanno mai tolto niente. Peccato, perché sarebbe stato un aiuto importante. Noi», sottolinea, «svolgiamo un tipo di attività sociale che non riguarda solo la vendita dei giornali o, andando sui massimi sistemi, la tutela della libertà di stampa: siamo un vero e proprio punto di riferimento dalla mattina alla sera. Basti pensare che io in questo momento sto in una zona, quella di viale D'Annunzio, dove i lampioni non funzionano già da alcuni giorni, tanto che ho già allertato Pescara Energia: ebbene, con la mia edicola contribuisco in parte a fare luce. Ma questo è solo un esempio banale».

Non va poi dimenticato il tipo di clientela che oggi si avvicina all'edicola: «L'età va ormai dai 40 anni in su - riferisce Rosa - oltre ovviamente all'anziano che viene ancora a comprare il quotidiano. Per i giovani, invece, questa è un'attività off limits: non c'è ricambio generazionale e da un certo punto di vista è meglio così, perché un 20enne che entra oggi in edicola potrebbe sentirsi limitato. Non so quanti altri anni possa durare l'informazione cartacea».

Non a caso, fa rilevare Rosa, «secondo gli ultimi dati pubblicati da Italia Oggi, già solo a gennaio i quotidiani risultano essere tutti in calo, e sono numeri che si ripetono ormai da 36 mesi a questa parte. Ogni mese c'è il 5% di vendite in meno. Da anni faccio notare che la società italiana è cambiata, c'è stata una trasformazione delle città e tutto si è modificato di conseguenza. Io ho la mia edicola dal 1985, e in tarda mattinata qui c'era molto traffico: ora invece, alla stessa ora, ci sono in giro poche auto. Allo stesso modo si passa da un punto vendita a un punto che chiude, e questo è un dato di fatto, non una lamentela carica di rassegnazione. Bisogna semplicemente prendere atto del cambiamento, e perciò chiediamo quantomeno l'eliminazione della tassa di occupazione del suolo pubblico».

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