I balneatori: il mare sporco sta distruggendo Pescara

Un documento di 21 associazioni indica la strada per superare l’inquinamento Ma le nuove analisi registrano ancora valori record in via Balilla e via Mazzini

PESCARA. Un documento comune, firmato da 21 associazioni di categoria e inviato alle istituzioni locali, rappresenta la sintesi della manifestazione che si è svolta ieri all’auditorium Castellamare, in viale Bovio. Per la prima volta balneatori, albergatori, esercenti, consumatori, agenzie turistiche, società di salvamento si sono riuniti al capezzale dei due grandi malati, il mare e il fiume Pescara. Tutti insieme per chiedere alle istituzioni interventi immediati contro l’inquinamento. In gioco non c’è solo la prossima stagione turistica, che rischia di essere compromessa dal litorale non più balneabile, ma l’intera economia del capoluogo adriatico.

E la conferma della situazione drammatica arriva dalle ultime analisi dell’Arta, rese note proprio ieri, che indicano ancora livelli da record dei colibatteri all’altezza di via Balilla e di via Mazzini.

L’assemblea pubblica. Centocinquanta, forse duecento persone hanno partecipato, ieri mattina, alla manifestazione organizzata da Confcommercio e da altre associazioni di categoria per sollecitare le istituzioni locali ad intervenire con urgenza per salvare il mare e il fiume. Balneatori, esercenti, imprenditori e ambientalisti si sono dati appuntamento davanti al palazzo della Regione, in viale Bovio, poi hanno percorso pochi metri per raggiungere l’auditorium Castellamare, dove era stata organizzata un’assemblea pubblica dal titolo «Vogliamo fiumi e mari puliti». Al tavolo erano seduti, tra gli altri, Loredana Di Paola e Augusto De Sanctis del Forum dell’acqua; Riccardo Padovano della Sib Confcommercio; Carmine Salce della Cna; Stefano Cardelli del consorzio Ciba; Gianni Taucci della Confesercenti. Presenti, per il Comune, il sindaco e vice sindaco Marco Alessandrini ed Enzo Del Vecchio e, per la Regione, il sottosegretario con delega all’ambiente Mario Mazzocca. Per l’Aca c’era Bartolomeo Di Giovanni.

Il primo che ha preso la parola è stato il sindaco per un breve intervento prima di lasciare l’aula per raggiungere l’Aurum dove era in corso la cerimonia con il magistrato Nino Di Matteo. «Oggi sono qui come sindaco di lotta», ha detto Alessandrini, «dai controlli fatti nel periodo invernale sono scaturiti valori e dati che hanno fatto sì che oggi si potesse alzare il livello di attenzione e individuare e perseguire i tanti scarichi abusivi rinvenuti lungo l’asta fluviale». Poi, è stata la volta delle associazioni. Pasquale Cacciagrano dell’associazione Bed&breakfast costa dei trabocchi ha fatto presente che «la qualità del mare deve essere al primo posto e le istituzioni devono agire in fretta». «Bisogna individuare di chi sono questi scarichi abusivi», ha affermato Cardelli, «ci sono clienti che hanno prenotato per la prossima stagione, ma con la condizione di disdire tutto se il mare dovesse risultare inquinato». «I turisti stanno già cancellando le prenotazioni», gli ha fatto eco Salce. «Il turismo è tutto non solo per Pescara, ma per tutto l’Abruzzo», ha avvertito Taucci. «Noi stiamo lavorando per stimolare la politica ad attivarsi», ha fatto notare Padovano. «Il depuratore di Pescara, ora gestito dall’Aca, funziona bene», ha rivelato Di Giovanni, «ma non si può pensare che possa depurare tutto». «Ma è assurdo che l’Aca non pubblichi i dati dei depuratori», ha ribattuto De Sanctis. «Per quanto riguarda il sistema depurativo regionale», ha detto invece Mazzocca, «ci sono 170 milioni di euro tutti appaltati. Bisogna agire sugli scarichi abusivi, la Regione li ha già tracciati». «Al Comune di Pescara», ha concluso Del Vecchio, «incombe la penalità maggiore di essere il capolinea di un inquinamento che non produce il nostro territorio».

Il documento comune. La lettera aperta inviata dalle associazioni alle istituzioni locali indica la strada da seguire in otto punti. Eccoli.

La definizione in tempi rapidi dello stato dell’arte; l’immediata programmazione della chiusura degli scarichi abusivi; il ripristino del corretto funzionamento di tutti i depuratori; l’istituzione di un osservatorio permanente; la trasparenza da parte delle società che gestiscono il servizio idrico; la costituzione di una task force composta dalla polizia giudiziaria per il controllo degli scarichi abusivi; la predisposizione di un sistema in grado di accompagnare le acque fluviali oltre la diga foranea; l’apertura della diga.

Le nuove analisi. Un ulteriore peggioramento delle condizioni del mare è stato registrato con le ultime analisi dell’Arta su prelievi del 26 gennaio scorso. All’altezza di via Balilla sono state trovate 4.884 unità di escherichia coli, contro il limite di 500 e 950 di enterococchi, contro il tetto massimo di 200. All’altezza di via Mazzini, rispettivamente, 4.611 e 390 unità. Mezzo litorale risulta, quindi, gravemente inquinato.

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