I pescatori: bloccheremo l'Asse attrezzato

26 Febbraio 2011

Lo sfogo della marineria: "Dragaggio inesistente, siamo pronti a occupare la strada"

PESCARA. «Non ci sentiamo più rappresentati da nessun organo istituzionale e, come segno estremo di protesta, venerdì 4 marzo bloccheremo l'Asse attrezzato e il porto commerciale». Al termine della riunione fiume di ieri pomeriggio al porto di Pescara, i pescatori e gli operatori del settore ittico, rappresentati da Francesco Scordella, Bruno Santori e da Sabatino Di Properzio, hanno deciso di scendere in piazza per protestare contro il mancato avvio della seconda parte del dragaggio e contro uno stato di emergenza attivato da un mese ma che, al momento, non ha portato a risultati concreti contro l'insabbiamento. «Ci dissociamo da tutti gli organi istituzionali», sottolinea Scordella.

«Non abbiamo più alcun interlocutore: né il sindaco Luigi Albore MasciaLorenzo Sospiri. Sono mesi che il Comune e la Regione ci prendono in giro prospettandoci soluzioni a breve termine, mentre la marineria muore giorno dopo giorno», dice Scordella. La Regione ha varato il provvedimento per lo stato di emergenza dello scalo pescarese e ha nominato Adriano Goio commissario straordinario. Quest'ultimo è però apparso pessimista sulle condizioni del porto e ha prospettato almeno due anni d'attesa per renderlo completamente accessibile.

Si calcola che la rimozione dei duemila metri cubi di materiale, prevista nell'appalto da 500 mila euro con la ditta Nicolaij costruzioni, porterà a un abbassamento di appena due centimetri del livello dello scalo marittimo. I soldi per continuare la procedura di escavazione dei fondali sono stati stanziati da Regione e Ministero (4 milioni di euro), ma le procedure di stoccaggio obbligatorie per legge richiedono troppo tempo e un fiume di denaro. «Bisogna tornare ai vecchi sistemi», prosegue Scordella, «individuare un'area a 6 miglia dalla linea di costa dove scaricare i fanghi del dragaggio direttamente a mare, la legge lo consente».

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