I pittori danesi in Abruzzo al museo Andersen di Roma

di Giorgio D’Orazio Nel 1908 fu allestita al Kunstforeningen di Copenhagen la mostra "Civita d'Antino dei pittori danesi", che testimoniava in patria la lunga tappa del Grand Tour italiano di alcuni...

di Giorgio D’Orazio

Nel 1908 fu allestita al Kunstforeningen di Copenhagen la mostra "Civita d'Antino dei pittori danesi", che testimoniava in patria la lunga tappa del Grand Tour italiano di alcuni artisti scandinavi nel borgo della Valle Roveto, segnata nel 1883 e terminata nel 1915 (l'anno del devastante terremoto della Marsica), con un capofila come Kristian Zahrtmann (1843-1917), il maestro danese che da Roma arrivò a scoprire il paesino dell'Aquilano su suggerimento del suo giovane modello Ambrogio, originario di Civita d'Antino. Là negli anni passarono pittori come Knud Sinding, Joakim Skovgaard, Poul Christiansen, Hjalmar Sørensen, Daniel Hvidt, Lars Jorde, Karl Isakson, Carl Butz-Møller, Gad Clement, Peter Hansen e molti altri – come testimoniano gli stemmi dipinti in una stanza di Casa Cerroni, la pensione dove gli artisti soggiornavano – ma anche il giovane svedese Anders Trulson, morto di tubercolosi proprio a Civita d'Antino nel 1911 e là sepolto nell'antico cimitero napoleonico.

Da domani – inaugurazione alle ore 18 – sarà invece allestita al museo Hendrik Christian Andersen di Roma la mostra "Impressionisti danesi in Abruzzo", a più di un secolo dall'Esposizione Internazionale del 1911 ospitata nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna della capitale, in cui la Danimarca era presente con circa 60 artisti e più di 200 opere, anche se già nel 1895 Krøyer, Skovgaard, Zahrtmann e Trulson parteciparono alla prima Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, dove brillò "La figlia di Jorio" di Francesco Paolo Michetti. L'esposizione odierna presenta 50 opere e rappresenta un importante tentativo storico-critico di rivalutazione italiana del movimento dei pittori nordici "en plein air" della seconda metà dell'Ottocento, autori che avevano scelto di infrangere le convenzioni della pittura accademica sperimentando in libertà la pittura "d'impressione". Curata da Marco Nocca, James Schwarten, Attilio Brilli, Antonio Bini e Manfredo Ferrante della famiglia gentilizia di Civita d'Antino che fece da mecenate alla Scuola di Zarthman – e patrocinata dal Comune di Civita d'Antino, dall'Ambasciata di Danimarca, dall'Accademia danese a Roma e dall'Accademia di Belle Arti romana – la mostra è stata promossa dalla Fondazione Pescarabruzzo, presieduta da Nicola Mattoscio, che già nel 2009 allestì a Pescara "Il lungo viaggio dal nord", esposizione pilota per la riscoperta dei pittori scandinavi in Abruzzo arricchita dal catalogo "Lettere da Civita d'Antino" in cui si raccolgono le corrispondenze di Zahrtmann durante quei soggiorni. La Fondazione da anni acquisisce sul mercato antiquario le opere di questi pittori ed è il principale prestatore della mostra "Impressionisti danesi in Abruzzo" (visitabile al museo Andersen di via Pasquale S. Mancini fino al 2 giugno, dal martedì alla domenica, dalle 9,30 alle 19,30 con ingresso gratuito), corroborata da molti prestiti di collezionisti privati. Accompagna l'allestimento, curato da Stefania Teodonio, un bel catalogo pubblicato da Claudio Carella Editore che, oltre ai testi dei curatori, evidenzia un importante saggio del professor Brilli, esperto del Grand Tour, sul turismo storico in Abruzzo.Una regione capace di attirare per oltre trent'anni quella scuola di pittura "dal vero" formatasi attorno al celebrato Zahrtmann a Civita d'Antino, una stagione che resta un riferimento culturale notevole perché, come ricorda Antonio Bini (autore tra l'altro dell'interessante libro "Anders Trulson è qui"), studiosi e artisti danesi del calibro di Hanne Honnens de Lichtenberg, Kirsten Murhart e Nils G. Sandblad, a distanza di anni, hanno più volte affermato che il borgo abruzzese, con il suo paesaggio e le sue tradizioni, ha svolto un ruolo fondamentale e influente nello sviluppo dell'arte danese.

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