I TEODORO E L’ODORE DELLA PECORA

C'è chi si è indignato, chi si è fatto una risata, chi se n'è infischiato perché sa che in politica può accadere di tutto. Fatto sta che la nomina della giovanissima Veronica Teodoro ad assessore del Comune più popoloso d'Abruzzo, Pescara, è stato uno degli eventi più discussi della settimana. Il nome non è stato scelto a caso: la studentessa 19enne è figlia del “ras di San Donato”, quel Gianni Teodoro che da un paio di decenni fa il pieno di voti in uno dei quartieri più popolari della città. Uno che se infischia di destra e sinistra e che trova sempre il modo di galleggiare con la maggioranza del momento, facendo valere il suo pacchetto di consensi al sindaco di turno.

E' difficile gioire per una nomina del genere: meglio sarebbe stato, per tutti, se Veronica fosse stata lasciata ai suoi studi di giurisprudenza e se l'ingombrante genitore avesse trovato un altro nome per far valere i suoi muscoli elettorali. Ma non è che l'episodio si possa liquidare così: in Abruzzo ce ne sono tanti di Teodoro, ovvero di personaggi che riescono a rappresentare intere comunità come e meglio dei partiti. Ognuno ha la sua storia, il suo stile, ma il tratto comune è il rapporto fiduciario (in alcuni casi anche clientelare) stabilito con la gente comune. Spesso i partiti snobbano questi personaggi, considerandoli ingombranti, rozzi, in alcuni casi addirittura impresentabili. Hanno, per usare una metafora cara a Papa Francesco, l'odore della pecora, ovvero la capacità e la furbizia di stare con il gregge della gente comune, quello di cui i partiti tendono a ricordarsi solo quando si vota. Proprio per questo si possono biasimare, criticare, persino prendere in giro. Ma mai sottovalutare. Buona domenica.