Il Codacons invia l'esposto a cinque procure

L'iniziativa dopo l'inchiesta del Centro sullo stato di degrado e pericolosità in cui versano le autostrade abruzzesi

PESCARA. Il Codacons lo ha annunciato. E lo ha fatto. L’esposto contro gli eventuali responsabili dei ritardi dei lavori di messa in sicurezza dell’A24 e dell’A25 è stato inviato, ieri mattina, a cinque procure abruzzesi. Da oggi quindi la magistratura di Pescara, L’Aquila, Chieti, Teramo e Sulmona può avviare le indagini. L’esposto è firmato dall’avvocato Vittorio Ruggieri, vicecoordinatore regionale Codacons Abruzzo. E si basa sui servizi giornalistici, di denuncia e di inchiesta, del quotidiano il Centro. Eccone il contenuto testuale: «Abbiamo appreso dal quotidiano “Il Centro” lo stato di degrado e di pericolosità in cui versano la A24 E la A25, le due autostrade che collegano l'Abruzzo a Roma. Dall'inchiesta del giornale è emerso che bel 107 viadotti della rete autostradale (64 della A24 e 43 della A25) necessitano di ben 327 interventi di ripristino a seguito delle scosse telluriche di agosto e ottobre 2016. Il quadro è davvero drammatico: pilastri, giunti, campate di cemento armato, appoggi d'acciaio, strutture antisismiche, le fotografie pubblicate sono la prova dell'emergenza che incombe sulle autostrade d'Abruzzo (l’avvocato Ruggieri ha allegato le pagine del giornale con le fotografie dei gravi danni ai viadotti, ndr)».
«Purtroppo», prosegue l’esposto, «la recente tragedia del viadotto di Camerano e quella sfiorata a Lodi non fanno dormire sonni tranquilli agli automobilisti abruzzesi che quotidianamente si servono delle due arterie autostradali.
E lo scaricabarili tra Ministero dei Trasporti, Società Autostrada dei parchi e Anas, se non verrà approvato il Pef e non verranno sbloccati i 200 milioni di cauzione, porterà sicuramente ad un allungamento dei tempi necessari per gli interventi, mettendo a rischio la quotidiana sicurezza di quanti transitano sui viadotti».
Nell’esposto, come si può leggere, non viene presa in considerazione la notizia dell’emendamento approvato ieri che sblocca i primi 111 milioni. Una decisione, quest’ultima, che però non impoverisce di valore le denunce inviate ieri dal Codacons alle cinque procure perché i fondi sbloccati sono comunque insufficienti. Torniamo quindi all’esposto: «Il manto stradale, infatti, come mostra una delle foto pubblicate, crea uno scalino, il cosiddetto fenomeno dello “scalinamento”, che può provocare tragici incidenti. Poiché riteniamo che l'indagine del quotidiano “Il Centro” abbia tutte le caratteristiche della notizia di reato trasmettiamo allegati alla presente Pec il servizio “Autostrade, ecco le immagini choc dei viadotti abruzzesi”, pagine 6 e 7 del 24 maggio 2017, affinché codesta procura valuti l'eventuale esistenza di ipotesi di reato e prenda gli opportuni provvedimenti».