Il giudice: "Celso, gestione sconsiderata"

Prestiti concessi con "apparente faciloneria" per chiedere la tangente ai debitori

PESCARA. «Una gestione sconsiderata». È così che il gip Luca De Ninis definisce l'operato di Franco Celso quando era direttore generale della Sima, la finanziaria con sede a Lanciano e uffici a Pescara, nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per Celso e altri due broker, Domenico Mazzocco e Franco D'Errico, tutti accusati di usura.

Per i carabinieri del nucleo Investigativo del capitano Eugenio Nicola Stangarone i tre procuravano finanziamenti a persone che non avevano accesso al normale circuito del credito tramite due finanziarie, la Sima e la Capital Fin di Napoli, di cui Franco Celso era rispettivamente direttore generale e procuratore generale. Per i loro buoni uffici i tre si facevano pagare una "tangente" del 10% in contanti su ogni prestito erogato.

Alle vittime, che non riuscivano a ripianare il loro debito con le finanziarie, dopo il primo prestito ne venivano concessi altri «in un percorso», si legge nell'ordinanza, «che trova fine solo con la rovina economica del debitore». Ma a farne le spese, secondo il gip, non sarebbero stati solo gli imprenditori, ma anche la Sima, gestita appunto in maniera «sconsiderata» da Celso.

«Il bilancio complessivo di tali operazioni», spiega il gip riferendosi ai prestiti fatti a soggetti in palese affanno economico, «non è predeterminato sin dall'inizio, perchè è chiaro che a un certo punto l'usurato non sarà più in grado di far fronte agli impegni assunti con le finanziarie e queste potranno subire un danno equiparabile o anche maggiore del vantaggio illecito corrispondente agli interessi usurari».

Concedendo cioè prestiti a persone che non saranno in grado di restituirli, le finanziarie subiscono un danno. Il guadagno è invece per chi ha fatto in modo che il prestito venisse concesso. «È evidente che tale danno», scrive il gip, «potrà emergere solo a distanza di tempo dall'inizio della condotta usuraria e soprattutto che esso ricadrà a carico delle società eroganti i prestiti, mentre i vantaggi usurari sono invece immediati e percepiti direttamente dagli indagati».

Per il gip dietro il comportamento di Celso c'è una vera e propria «strategia unitaria». E a dimostrarlo è il «sensibile mutamento del modus operandi della Sima» quando Celso viene nominato direttore generale.

«Gli accertamenti sui bilanci Sima evidenziano che la voce mutui personali», dice il gip, «passa da 400 mila euro nel 2004 a ben 5 milioni di euro nel 2008».

Secondo il giudice i prestiti personali venivano concessi con «apparente faciloneria». Che però in realtà era una «strategia volta a ritagliare una larga fetta di debitori bisognosi pronti a corrispondere le suddette "tangenti" pur di non affondare definitivamente».

E proprio questa faciloneria, si legge, è confermata da un altro dato, «il passaggio della voce Sofferenze da 280 mila euro nel 2004 a oltre 2 milioni di euro nel 2008».

Franco Celso, Domenico Mazzocco e Franco D'Errico, arrestato martedì di ritorno da Cuba, verranno interrogati oggi dal gip. (l.ve.)

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