PESCARA / MAR INERIA

Il “Maria Teresa” si incaglia: negativa la prova dei fondali / VIDEO

Il peschereccio è rimasto bloccato mentre lasciava il porto. Domenica le barche grandi potrebbero rientrare a Ortona

PESCARA. Uscire dal porto è stato difficile, ma rientrare lo è stato ancora di più, per colpa dei fondali insabbiati. Ieri mattina il peschereccio di Lucio Di Giovanni, il “Maria Teresa”, il più grande tra quelli pescaresi, ha fatto un tentativo, in vista della ripresa dell’attività della marineria prevista per domenica.

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Scordella: "Abbiamo difficoltà, ma bisogna ripartire"
Il responsabile dell'associazione Armatori di Pescara parla dell'incagliamento di un peschereccio al porto e dei problemi della marineria (video di Giampiero Lattanzio)

Per valutare lo stato dei fondali ha lasciato il porto, e nel farlo ha toccato i fondali. Poi ovviamente l’imbarcazione è rientrata, ma questo secondo passaggio è stato particolarmente difficoltoso: il peschereccio si è bloccato ed è stato necessario far intervenire una motovedetta della Capitaneria di porto, che ha creato un movimento ondoso cercando di sollevare il materiale accumulato sui fondali, una caratteristica del porto che mai nessuno negli ultimi anni è riuscito a contrastare efficacemente con costanza, nonostante gli interventi di dragaggio che pure sono stati effettuati.
«Ci sono voluti venti minuti per rientrare», racconta Di Giovanni, che non è affatto soddisfatto di come sono andate le cose, né ottimista per il ritorno in mare dopo un lungo stop causato dal coronavirus. Ieri, tra l’altro, le condizioni erano «favorevoli, perché la marea era più alta del solito», mentre per domenica le previsioni non sono buone, quindi la situazione potrebbe essere più complicata da affrontare per i 60 pescherecci (che danno lavoro a 300 persone).
Ciò che preoccupa di più è il rientro al porto. L’uscita infatti è in qualche modo agevolata dalla corrente del fiume, mentre l’ingresso avviene con la corrente contraria ed è più a rischio, senza tenere conto di altri fattori che condizionano le imbarcazioni, nonostante tutti gli stratagemmi attuati da chi è a bordo. Ipotizzando che potrebbero esserci dei problemi si sta pensando di andare in mare comunque per poi «rientrare ad Ortona, anziché a Pescara, per lo meno per quanto riguarda le imbarcazioni più grandi», dice Di Giovanni.

  Francesco Scordella, associazione armatori Pescara (foto Giampiero Lattanzio)
Ma tutti gli aspetti relativi alla fine del lockdown saranno esaminati oggi in un incontro alle 10,30 negli spazi esterni alla stazione marittima, voluto dall’Associazione armatori Pescara guidata da Francesco Scordella. Per Di Giovanni la soluzione è una: che «venga svuotata la vasca di colmata, dove è accumulato il materiale di vecchi escavi, per poi effettuare il dragaggio dei fondali almeno nella zona di ingresso», e sottolinea che bisogna agire rapidamente perché «ogni giorno è importante, per noi». Lavorare in queste condizioni, con una profondità massima di 2,7 metri, non è auspicabile, se si pensa che il “Maria Teresa” ha un pescaggio di 3,2 metri.
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