Aliona Oleinic, la 33enne uccisa e Roland Bushi, 27 anni, l'assassino

FRANCAVILLA / FEMMINICIDIO

Il padre dell’assassino di Aliona: mio figlio ha distrutto due famiglie 

Roland Bushi, l’albanese arrestato per l’omicidio della 33enne moldava, ora rischia l’ergastolo

FRANCAVILLA AL MARE. Come prevedibile, la morte di Aliona Oleinic fa aggravare il quadro accusatorio intorno al suo assassino Roland Bushi, che lo scorso 3 settembre le ha sferrato 11 coltellate, riducendola in fin di vita. La ragazza, dopo un mese e mezzo di agonia e sei interventi chirurgici, è morta giovedì scorso al Gemelli di Roma e l’epilogo ha cambiato le carte in tavola. Da tentato omicidio, il capo d'imputazione formulato dal pm di Chieti Lucia Anna Campo è adesso quello di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, dall’aver agito per futili motivi, con sevizie e crudeltà. Il tutto, avvenuto a seguito di violazione di domicilio.

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Un quadro che se accolto dal giudice potrebbe portare a una pena esemplare, fino all’ergastolo, per il 27enne albanese. Ieri, al Gemelli di Roma, il dottor Cristian D'Ovidio ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane moldava. L’esame serviva soprattutto ad accertare il nesso di causalità tra le coltellate e il decesso. Da questo punto di vista, il medico legale ha confermato che il decesso è avvenuto per un’insufficienza multiorgano secondaria alle lesioni, vale a dire per una serie di complicazioni, in particolare su fegato e pancreas, raggiunti dalla lama.
D'Ovidio, nei prossimi giorni, esaminerà la cartella clinica che gli è stata consegnata dai carabinieri di Roma, per escludere eventuali responsabilità mediche e concluderà gli esami tossicologici a Chieti. Dall’altro lato Arian Bushi, papà di Roland, secondo l’avvocato Antonello D’Aloisio, «è un uomo a pezzi. Ripete in continuazione che il figlio ha distrutto la vita di due famiglie, quella della vittima e quella loro», riferisce il legale, «non se la sente nemmeno di chiedere il perdono perché comprende la gravità della situazione ed è rassegnato al giudizio del tribunale». Intanto spunta una lettera che Roland avrebbe scritto in cella, datata 9 settembre, sei giorni dopo l’aggressione e quando la giovane era ancora in vita. «Ciao Bianca», inizia rivolgendosi ad Aliona come la ragazza si faceva chiamare. «Nella lettera Roland le scrive che vorrebbe morire lui piuttosto che saperla ridotta in quelle condizioni». Lo stesso legale ha incontrato Roland un paio di giorni fa in carcere: «Non riesce a darsi pace. Nei primi giorni era sotto shock, poi ha realizzato. Mi ha detto anche che ha pensato di togliersi la vita».
Nel frattempo, è stato nominato un consulente a cui è stato affidato il compito di analizzare i messaggi contenuti nel telefono di Bushi, sequestrato dai carabinieri il giorno dell'aggressione, per provare a ricostruire il rapporto tra lui e Aliona.

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