Il ristorante chiuso per Covid si trasforma in un caso nazionale 

Il titolare di Casamaki: «Messaggi da ogni parte del mondo, ma non sono il portabandiera di nessuno» Tra le migliaia di condivisioni sui social anche quelle del filosofo Fusaro e del cantante Povia, contrari

PESCARA. La chiusura per Covid di Casamaki diventa un caso mediatico. In Italia, ma persino in Spagna, Germania e addirittura dall'altro capo del mondo, in Australia, la notizia del fermo dell’attività del ristorante di sushi di piazza Salotto è diventata terreno di scontro tra pro vaccino e no-vax.
Ad alimentare la polemica attorno alla vicenda che ha colpito il proprietario dell'attività, Gianluca Cruciani, subissato nelle ultime ore da post, storie sui social, notizie che rimbalzano da una testata all’altra e messaggi dall’Italia e dall’estero, è stata la positività al Covid dei suoi dipendenti, alcuni dei quali vaccinati con doppia dose. Giovedì scorso, 5 agosto, Cruciani è stato costretto a chiudere il suo ristorante in piazza Salotto, a causa di un focolaio che ha colpito tutto lo staff. Undici dipendenti sono risultati positivi, mentre lui, negativo al tampone molecolare, è in quarantena fino almeno al 16 agosto, quando tutti dovranno ripetere i test e solo in base ai risultati si deciderà sulla riapertura dell'attività. Dei dipendenti, una persona ha completato l’intero ciclo vaccinale da diverso tempo, quattro più Cruciani non sono ancora vaccinati, mentre gli altri sono stati immunizzati con una dose e qualcuno con la seconda ricevuta da pochi giorni. Il tam tam mediatico che si è generato ha visto una vera e propria strumentalizzazione del caso, specie da parte dei contrari all'immunizzazione. È il caso del filosofo Diego Fusaro, che si autodefinisce «intellettuale dissidente e non allineato», e parla, riferendosi alla vaccinazione, di «regime terapeutico». È il caso anche del cantante Povia, che condividendo la notizia ha ribadito la sua posizione anti green pass. Migliaia di condivisioni hanno reso virale la notizia in giro per il mondo, portando qualcuno persino a recensire il ristorante per via dell'episodio.
Ma Cruciani non ci sta e vuole smarcarsi dalle polemiche. «Non voglio essere un capro espiatorio e diventare l’ago della bilancia tra chi sostiene che è giusto e chi è contrario alla vaccinazione. Non dormo da quattro notti. Mi stanno mandando messaggi da ogni parte del mondo. La mia foto è ovunque. Il tema dei vaccini c’è ed è attuale, ma non c’entra nulla con quello che è successo alla mia attività. Non voglio essere il portabandiera dei no-vax o dei pro vax», commenta arrabbiato. «Non voglio entrare in queste dinamiche. Mi aspettavo solidarietà per ciò che è accaduto. Per aver dimostrato senso civico nell’autodenunciare quello che era successo, nell’esserci messi in quarantena per trasparenza e rispetto per i miei clienti. E invece mi stanno arrivando solo una valanga di insulti. Il mio dramma è che sono obbligato a restare chiuso fino a dopo ferragosto e chissà cosa succederà dal 16, in base al risultato dei test», chiude Cruciani.