Il sindaco Petrucci: bene il primo anno ma posso migliorare 

L’amministratore si dà i voti: «Pronti a correggere gli errori» Le priorità? Scuole, strade, centro storico e piano regolatore

PENNE. Da assessore uscente a sindaco. Un anno fa Gilberto Petrucci è diventato sindaco di Penne con il 47,40% delle preferenze con la sua Penne Viva. E oggi fa un primo bilancio.
È soddisfatto dei primi 12 mesi da sindaco?
«È stata un’emozione straordinaria. Essere eletto sindaco della tua comunità, con un risultato così forte, rimane indelebile per tutta la vita. Sono il più giovane tra i primi cittadini della città da quando, con la legge 81/1993, è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco. Il giorno della proclamazione mi sono commosso: in quel momento ho capito il carico di responsabilità che avrei dovuto affrontare. Sono soddisfatto del primo anno di mandato. Abbiamo preso in mano i dossier della città e avviato diverse iniziative. Possiamo migliorare e correggere gli errori. La squadra è unita e coesa».
L’emergenza coronavirus sembra ormai alle spalle. È stato difficile attuare restrizioni?
«È stato un banco di prova forte. Le scelte assunte, spesso volte a limitare la circolazione dei cittadini, come è accaduto durante l'emergenza sanitaria, sono difficili: pensi sempre alle conseguenze che potrebbero avere nella quotidianità. I sindaci hanno troppe responsabilità e spesso sono soli a decidere. Durante la pandemia abbiamo sempre conciliato la salute di tutti con il sostegno del commercio».
Oggi, con questa emergenza delle bollette, come stanno le famiglie pennesi?
«L'emergenza energetica genererà, purtroppo, emergenza sociale. I comuni sono in difficoltà, l’Anci ha chiesto al Governo più risorse economiche per ristorare il caro-energia. Si rischia di dover tagliare servizi, tenere parti delle città al buio, spegnere completamente le luci sui monumenti e razionare i riscaldamenti. Nelle ultime settimane, molti cittadini, soprattutto anziani con pensioni sociali minime, sono venuti a chiedere un sostegno economico. Hanno dilapidato i risparmi accumulati e non riescono a pagare le bollette. I comuni, purtroppo, non hanno risorse per aiutare i cittadini, questa è la triste realtà».
Quali sono i prossimi obiettivi?
«Siamo a lavoro per riqualificare l'edilizia scolastica, mettere in sicurezza il patrimonio storico e riparare le strade comunali distrutte dal dissesto idrogeologico. Gli interventi di ordinaria manutenzione non sono sufficienti. Vorrei ultimare i lavori della scuola “Mario Giardini” attesa dal 2016, recuperare i palazzi comunali presenti nel centro storico, riqualificare la pavimentazione e l’arredo urbano, valorizzare il Duomo e riaprire le chiese chiuse a causa del sisma. Va approvata la variante generale al Piano regolatore: l’attuale strumento urbanistico è obsoleto e senza una visione di rilancio della Città».
A livello politico, cosa immagina dopo l’esperienza in Comune?
«In politica non ho obiettivi personali, sono a disposizione. Voglio ultimare il mio mandato al meglio. Ogni scelta futura sarà assunta con la mia squadra. Penne e l'area vestina hanno bisogno di rappresentanti negli enti sovraccomunali per difendere il territorio. Nella scelta di costituire la Nuova Pescara, ad esempio, l’area vestina e le aree interne della provincia sono rimaste escluse. È stato un grave errore politico. Si devono ridistribuire i servizi pubblici sul territorio».
In confidenza, un pregio e un difetto dei pennesi.
«I pennesi sono esigenti, ma anche generosi e altruisti: nell'emergenza del popolo ucraino hanno dimostrato tanta solidarietà. È la Penne che adoro di più».