Il Tar stoppa l’Orione e dà ragione a Testa, respinta la sospensiva

La Provincia invita Iacono a lasciare libero il centro sportivo «L’alternativa è riprenderci l’area con la forza pubblica»

PESCARA. Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dall’associazione sportiva Orione contro la Provincia. La notizia ha raggiunto il presidente Matteo Iacono a Loano, in provincia di Savona, dove è impegnato con 12 atleti disabili nel campionato italiano di nuoto in vasca corta, riservato agli sportivi con disabilità intellettiva e relazionale. Il prossimo passo, in attesa dell’udienza di merito, potrebbe essere lo sgombero della piscina provinciale di via Einaudi.

L’ordinanza cautelare è stata depositata giovedì e pone fine alla battaglia che da mesi oppone l’associazione Orione alla Provincia che ha la proprietà della struttura e chiede conto dei debiti non pagati. Lo scontro sulla gestione della piscina, infatti, è nato in seguito a un grosso contenzioso economico: 17mila euro di affitto non pagato e altri 100mila di bollette richieste da Palazzo dei Marmi, a fronte di 23mila euro di lavori alle caldaie eseguiti dall’Orione e una serie di interventi di riparazione per 250mila euro promessi e mai realizzati. I tentativi di mediazione tra l’associazione, difesa dall’avvocato Raffaele Chirico, e la Provincia, rappresentata da Pietro Alessandrini, si sono bruscamente interrotti e non è stato possibile arrivare a una risoluzione consensuale del contratto. Per questa ragione Iacono ha deciso di ricorrere al Tar, che però ha rigettato la richiesta di sospensiva e si è pronunciato a favore della Provincia. «A questo punto», spiega il legale Alessandrini, «potremmo disporre, tramite forza pubblica e in via di autotutela, di rientrare in possesso dell’impianto. La piscina, infatti, costituisce un bene pubblico che al momento è occupato dall’Orione e quindi non può essere fruito né dagli studenti dell’Iis Volta, annesso ai locali, e né dalla collettività». «Ci auguriamo che Iacono si faccia da parte», commentano così il presidente Guerino Testa e il suo vice Fabrizio Rapposelli, «visto che ha respinto anche la possibilità di arrivare a una risoluzione consensuale del contratto. Non è giusto che gli utenti, disabili e non, paghino per la sua ostinazione a non rispettare un contratto che lui stesso ha firmato». Un secco «no comment», invece, arriva dall’avvocato che difende le ragioni dell’Orione.

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