Imprese, in due anni persi 188 milioni di euro
Il centro studi di Confindustria stima i danni causati dal mancato dragaggio Solo le imprese del gruppo Di Properzio registrano danni per 186 milioni
PESCARA. Centottanta milioni di mancato fatturato. Che aggiunti agli otto milioni di costi fissi che gli imprenditori devono sostenere fanno 188 milioni e 260 mila euro. Fa venire il mal di testa solo a pensarci la stima delle perdite provocate dal mancato dragaggio. A realizzare lo studio e tenere la contabilità dei danni alle imprese che ruotano intorno allo scalo è stato il centro studi di Confindustria, che ha interpellato le aziende e tirato le somme per i due anni che vanno dal 2011 al 2012.
Guardando i conti presentati dalle singole imprese balza subito all’occhio che la parte del leone, si fa per dire, la fanno le due aziende del gruppo di Sabatino Di Properzio, la Di Properzio commerciale e la Abruzzo costiero.
Tra spese fisse e mancato fatturato i danni denunciati da Di Properzio ammontano a 186 milioni di euro: 180 della Di Properzio commerciale e 6 di Abruzzo costiero. L’azienda, che si occupa di prodotti petroliferi, già prima della chiusura del porto aveva dovuto far viaggiare la nave che partiva da Ancona per rifornire gli impianti di via Raiale a mezzo carico prima a un terzo di carico poi.
Da marzo la petroliera ha alzato bandiera bianca rendendo inutile l’oleodotto costruito qualche anno fa per portare i prodotti petroliferi in via Raiale. Un investimento ancora da ammortizzare mentre ora benzina e gasolio devono arrivare a Pescara via camion inquinando molto più di prima e soprattutto facendo in modo che i depositi di Di Properzio siano utilizzati soltanto al 30% della loro capacità.
La sparizione della petroliera dal porto di fatto ha provocato una reazione a catena che ha interessato i servizi antincendio, i rimorchiatori, gli ormeggiatori, il pilota del porto, i dipendenti del’agenzia marittima Archibugi-Ranalli.
Nel dettaglio, il pilota del porto ha perso 113 mila euro, gli ormeggiatori 316 mila, l’agenzia Archibugi Ranalli 179 mila euro.
Nel frattempo via via è arrivata la paralisi delle altre attività, a cominciare dal Pescara Jet, il catamarano per la Croazia che l’anno scorso dovette partire da Ortona e quest’anno ha abbandonato l’Abruzzo preferendo le acque sicure di Ancona.
Un blocco che ha portato perdite a tutti, a cominciare dall’agenzia Sanmar che era il referente della Snav e che ha presentato a Confindustria un contro da 201 mila euro, da sommare a quelli della Compagnia portuale Abruzzo e dell’impresa portuale Sanmar, altri due rami del gruppo, che hanno fatto segnare rispettivamente 179 e 441 mila euro tra spese fisse e mancato fatturato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA