Inchiesta sul pesce sparito dal mercato

Blitz dei carabinieri nella struttura: portati via computer e documenti. C'è un indagato

PESCARA. Troppe cassette di pesce sparite: al mercato ittico all'ingrosso arrivano i carabinieri. Da qualche tempo, durante le aste nella struttura di via Paolucci diverse quantità di pescato si "perdono" misteriosamente: pur risultando vendute, nessuno sa che fine abbiano fatto. Un bel po' di soldi in meno per gli armatori che fanno arrivare il prodotto al mercato e ne perdono le tracce. Il malcontento è cresciuto, sono partite le segnalazioni a Comune e forze dell'ordine ed è stata aperta un'inchiesta che conta già un indagato. E i carabinieri acquisiscono molti documenti e computer.

I militari, coordinati dal tenente Salvatore Invidia, hanno acquisito i faldoni conservati negli archivi, cioè le fatture e i fogli di incasso che ora andranno studiati dettagliatamente.

Avrebbero anche perquisito l'abitazione di un dipendente del Comune, che al momento risulta in malattia, e con lui avrebbero raggiunto la sede del mercato, in via Paolucci.

A scatenare l'indagine sono stati gli armatori, che vogliono vederci chiaro su questi strani episodi, decisi a non subire altre perdite.

Per alcuni di loro c'è qualcosa che non va: «Non è possibile», dicono, «che al termine dell'asta il pesce risulti venduto», mentre in realtà alcune cassette sono sparite senza che loro abbiano incassato le somme corrispondenti. Proprio per fare chiarezza si sono rivolti sia al Comune, che ha avviato degli accertamenti interni, ma anche ai carabinieri, ai quali hanno esposto i dubbi. «Gli armatori», spiegano il sindaco Luigi Albore Mascia e l'assessore ai Mercati e alle Attività produttive Stefano Cardelli, «hanno rilevato una non corrispondenza tra la quantità di pesce posta in vendita e le fatture di incasso a fine asta, lasciando emergere la mancanza di una parte di pregio del pescato. Gli uffici comunali», prosegue Cardelli, «si sono attivati e hanno rilevato che effettivamente c'erano delle incongruenze. I nostri addetti sono andati a ritroso nel tempo fino all'agosto 2010 e hanno effettuato dei controlli a campione a seguito dei quali hanno capito che qualcosa non quadrava. E' per questo che il Comune si è rivolto alla squadra mobile», diretta da Piefrancesco Muriana, che ha avviato le indagini. Si è arrivati così al prelievo di computer e documenti effettuato ieri.

E' la Procura della Repubblica a raccordare il tutto e una volta ultimati gli accertamenti si potrà dire se si ravvisano eventuali responsabilità, se il meccanismo dell'asta accusi delle falle e soprattutto nelle mani di chi potrebbe essere finito il pesce sparito. Mascia e Cardelli non hanno dubbi.

«Siamo certi», commentano, «che gli inquirenti sapranno far luce sull'intera vicenda con indagini celeri, riportando l'opportuna serenità nella marineria e soprattutto nei nostri uffici», considerato che si tratta di «un ambito assolutamente delicato dell'economia cittadina». Quanto alle aste, assicura Cardelli, «proseguiranno regolarmente».

Dai banchi dell'opposizione arriva invece il commento del consigliere del Pd Enzo Del Vecchio. «Questo problema», dice, «si somma ad altre difficoltà. Gli armatori devono già fare i conti con il caro petrolio, che fa lievitare i costi vivi da sopportare quotidianamente. C'è poi l'insabbiamento del porto e, adesso, si viene a sapere di numerose casse di pesce pregiato che spariscono ad ogni asta».

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