Incidenti stradali, ecco la mappa dei pericoli da evitare in città

27 Giugno 2014

Rotatorie che inibiscono la visuale, ostacoli nelle carreggiate, posteggi illegali disegnati dal Comune L’allarme dell’Associazione vittime della strada: l’ostinazione a creare cordoli in cemento aggrava i danni

PESCARA. Si schianta in moto con la moglie sull'autostrada A25 all'altezza di Sulmona e muore. Perde il controllo del mezzo e si schianta contro un albero a Guardiagrele, scompare trentunenne. Anziana di settantaquattro anni investita a Pescara, è grave. Sempre a Pescara, in piazza Duca d'Aosta finisce con la moto di grossa cilindrata contro un autobus della Gtm e decede.

Questi sono solo alcuni degli incidenti stradali che si sono verificati nelle ultime settimane e che, sommati insieme a tutti gli altri, tracciano alla fine dell'anno un bilancio che è molto simile a un bollettino di guerra. Infatti, in Abruzzo, ogni anno sono quasi venti le persone che perdono la vita sulle strade e circa millecinquecento i feriti, molti dei quali vengono condannati a una condizione permanente di disabilità.

Tra le cause di tanti sinistri, sicuramente c'è lo stato non sempre impeccabile delle strade provinciali e comunali, spesso deficitarie per l’asfalto delle carreggiate e per l’assenza totale o parziale della segnaletica orizzontale e verticale. Ma anche per colpa dei cosiddetti pirati della strada.

Dal Duemila, anche a Pescara si è costituita l’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus, che come obiettivo ha, da un lato quello di aiutare, sostenere e tutelare i familiari delle vittime della strada e dall'altro quello di fare da sentinella per segnalare le criticità delle nostre strade e le possibili cause di incidente.

A presiederla è Paolo D’Onofrio, che quattordici anni fa perse il figlio quindicenne in seguito a un incidente in bicicletta sulla Lungofino a Città Sant’Angelo.

D'Onofrio segnala come siano le molteplici le problematiche presenti nelle nostre strade: si passa dalla scarsa visibilità al poco spazio di manovra, dalle rotatorie che inibiscono la visuale agli automobilisti agli ostacoli fissi e mobili nelle carreggiate fino ai posteggi illegali disegnati direttamente dal Comune stesso.

L'associazione Vittime della strada ha anche fatto un piccolo censimento non ufficiale dei pericoli: come l'uscita dell'Asse attrezzato che porta a piazza Italia dove i cartelli segnaletici sono addirittura oltre la cuspide invece che venti metri prima o l'assenza di una parte del guardrail all'uscita del porto segnalata da anni ma mai riparata.

«Ci sono rotatorie», spiega D'Onofrio, «come quella di Città Sant'Angelo che porta all'autostrada che ha al centro una siepe con la conseguenza che il veicolo deve sporgersi per vedere se ci siano auto in transito.»

«A Montesilvano», prosegue D’Onofrio, «ci sono anche le rotatorie e i marciapiedi con le palme e i passaggi pedonali in mezzo alle siepi con il pedone che si nota solo quando si mette in mezzo alla strada. Mi chiedo perché ci si ostini ad addobbare le rotonde di piante e fiori se poi quando è la stagione si tarda a rasare l'erba che, essendo alta, provoca incidenti».

Non è esente da critiche nemmeno una delle ultime rotatorie costruite, quella tra via Mazzarino e via Benedetto Croce.

«È una rotatoria fuorilegge fatta da fuorilegge», sentenzia D'Onofrio, «l'ostinazione di creare ostacoli fissi nelle rotatorie, con cordoli in cemento, aggrava, in caso di incidenti, i danni a cose e persone. Nello specifico lì sono a rischio investimento anche i pedoni».

Per D'Onofrio il problema che sta alla base di tutto però è l'assenza di un governo della sicurezza ovvero un organo supervisore che possa decidere le azioni da intraprendere nei casi problematici.

«Nel 2008», racconta il presidente dell’associazione Vittime della strada, «venne attivato il centro monitoraggio sicurezza stradale, ma poi l'osservatorio fu lasciato morire. In Abruzzo non abbiamo dati certi sui sinistri perché manca un raccordo tra le forze di polizia. Invece sarebbe fondamentale riuscire a indagare le cause degli incidenti per prevenirli in futuro».

La maggior parte degli incidenti si verificano tra due e quattro ruote e la velocità è la prima causa.

«Manca la consapevolezza del rischio», chiude Paolo D'Onofrio, «non si comprende che il veicolo è un'arma nei confronti del nostro corpo».

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