INGRAVESCENTEM AETATEM
So che non è facile assuefarsi all'idea di un presidente che, per quanto stimato da (quasi) tutti come Giorgio Napolitano, aveva implorato i partiti di lasciare che si godesse la meritata pensione. Papa Benedetto, che è quasi coetaneo dell'inquilino del Quirinale, aveva invocato la potente giustificazione della "ingravescentem aetatem", il peso della vecchiaia che avanza. Ma quel che ora vale persino per la Chiesa, non vale per un disgraziato Parlamento nato con tre blocchi che riescono solo a stoppare gli altri due, senza combinare nulla di buono. E certo non è facile neanche accettare il fatto che mesi di estenuanti trattative (e penosi bluff) abbiano partorito il topolino di un uomo di 87 anni costretto a riprendere la carica dopo avere già salutato il mondo intero.
Ma questa è l'Italia di oggi, un povero Paese in cui gli anziani non lasciano le redini neppure quando vorrebbero, mentre i giovani non prendono in mano la situazione neppure quando potrebbero. Eppure dobbiamo provare a lasciarci alle spalle anche questa incredibile, vergognosa settimana, per cercare di guardare avanti e trovare qualcosa di positivo nel corto circuito politico a cui abbiamo assistito con rabbia e stupore. Almeno adesso abbiamo un presidente nella pienezza dei poteri, in grado di sciogliere le Camere e rimandarci a votare, se lo vorrà, e comunque di alzare la voce coi partiti. Cosa che un'anatra zoppa, come viene definito il presidente nel semestre bianco, non poteva fare. Ci viene risparmiata l'umiliazione di altre votazioni, di altri Prodi e Marini entrati in conclave come papi e usciti cardinali. E forse avremo un governo, più o meno del presidente, in grado di fare almeno il minimo sindacale, come trovare le risorse per i cassintegrati o, per restare vicini a casa nostra, dare all'Aquila il miliardo all'anno indispensabile per la ricostruzione.
Certo, ci resta dentro una grande rabbia per l'ennesimo fallimento della politica. Ce l’abbiamo con quei mille signori che, con troppa enfasi sono stati definiti Grandi Elettori. Ma ce l'abbiamo anche con noi stessi, perché sappiamo che il loro egoismo, la loro mancanza di solidarietà, il rifiuto di fare un passo indietro, sono gli stessi di tutto questo disgraziato Paese, dalle Alpi alla Sicilia. Buona domenica.
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