IL CAPORALATO in agricoltura 

Invisibili e sfruttati al lavoro nei campi  per pochi euro 

L’AQUILA. La “giornata” lavorativa nei campi per loro comincia quando tutti gli altri si sono messi a letto, e spariscono assieme alle tenebre con quei 20-25 euro che sono riusciti a guadagnare. Sono...

L’AQUILA. La “giornata” lavorativa nei campi per loro comincia quando tutti gli altri si sono messi a letto, e spariscono assieme alle tenebre con quei 20-25 euro che sono riusciti a guadagnare. Sono i nuovi schiavi. Vittime di chi ha trattato prima il loro arrivo in Italia, spesso in clandestinità. E poi dei caporali, che, al tempo della crisi, sfruttano italiani e stranieri, uomini e donne senza distinzione. Anzi, storicamente, sono state proprio le donne, nei decenni passati, a fornire quel serbatoio di manodopera agricola a bassissimo prezzo al quale attingere, sfruttando lo stato di bisogno di famiglie che arrancavano. Un fenomeno, in parte “di ritorno” a causa delle nuove difficoltà legate al contesto economico, che non risparmia l’Abruzzo, e che a livello nazionale coinvolge almeno 400mila lavoratori. Una piaga che non riguarda solo l’agricoltura, come testimoniano le inchieste di qualche anno fa sui cantieri della ricostruzione post-sisma all’Aquila. L’ultima volta in cui è stato trattato l’argomento, in Abruzzo, è stato in aprile durante il convegno che si è svolto ad Avezzano sul tema “Agromafie e caporalato”, organizzato dall'associazione Conapi e dal Centro di servizio per il volontariato della provincia dell'Aquila, in collaborazione con la Opinjobmetis, il gruppo Sicurform e il portale telematico del lavoro. Al centro del dibattito la legge 199, approvata lo scorso anno dal Parlamento, proprio per contrastare il fenomeno del lavoro nero e del caporalato in agricoltura. L’aspetto preminente della legge è la rimodulazione del reato di caporalato con la sanzionabilità del datore di lavoro nei casi in cui assuma o impieghi manodopera in condizioni di sfruttamento, anche attraverso intermediari, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. Forse, è ancora troppo presto per tirare le somme sugli effetti dispiegati dalla nuova normativa, sulla quale alcuni rappresentanti di associazioni agricole hanno avanzato dubbi di costituzionalità. In Abruzzo è difficile dire esattamente quante sono e dove lavorano queste persone. E trovano difficoltà anche i sindacati di categoria, che in questo momento sono alle prese con una delicatissima trattativa per il rinnovo del contratto collettivo di settore. Gli enti, intanto, vigilano sull’applicazione della 199 nonostante la carenza negli organici ispettivi, non solo per quanto riguarda il rispetto delle norme sindacali, ma anche per quanto riguarda la sicurezza e le condizioni abitative, spesso ben oltre i limiti dell’umana decenza. (a.bag.)