Jude Law: “Un uomo tra fede e manipolazione”

ROMA. «Per scrivere la serie sono partito dal dato di fatto che neppure cardinali, vescovi e teologi sono riusciti a scardinare dall’uomo il senso della religiosità. Non si può fare a meno del...

ROMA. «Per scrivere la serie sono partito dal dato di fatto che neppure cardinali, vescovi e teologi sono riusciti a scardinare dall’uomo il senso della religiosità. Non si può fare a meno del rapporto con Dio e noi lo abbiamo indagato mostrando le relazioni quotidiane all’interno di questo microcosmo che è il Vaticano». Lo ha spiegato Paolo Sorrentino, con Jude Law e Silvio Orlando ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che” fa per presentare “The Young Pope”, laserie in onda dal 21 ottobre su Sky Atlantic HD. L’intervista è andata in onda questa sera su Rai3 dalle 20. «Mi sono concentrato sull’uomo Lenny Belardo che diventa Papa – ha raccontato Jude Law – C’è una grande potenza dietro ogni singola parola o azione del Papa: Lenny lo capisce, deve averci a che fare, e allora sceglie di manipolare finemente tutto ciò che comunica». «Ho seguito – ha spiegato l’attore – le indicazioni di Paolo per interpretare un uomo credibile. In particolare, riguardo alla gestualità di Belardo nei panni di Pio XIII, tutto è dipeso dall’abito che ho indossato: a quel punto ho capito perché ogni volta che ho guardato un papa in tv lui teneva sempre le mani davanti, sulla pancia, o dietro la schiena, in effetti non sai dove mettere le mani».

«Il mio personaggio ha tanti lati, alcuni buffi altri tragici, alcuni patetici e altri pietosi: racchiude tutto il mistero della Chiesa», ha detto invece Silvio Orlando descrivendo il suo personaggio, il cardinal Voiello.