L’Aca scova 2mila utenti morosi Acqua ridotta a chi non ha pagato

Pugno duro dell’azienda nei confronti di cittadini e aziende che non sono in regola con le bollette Di Baldassarre: «Accumulati 57 milioni di crediti non riscossi, la lotta all’evasione proseguirà ancora»

PESCARA. L’Aca ha deciso di ridurre l’erogazione dell’acqua a 2mila utenti che vivono o hanno le loro attività a Pescara e a Montesilvano. Si tratta di privati cittadini, condomini e imprese che non hanno pagato le bollette dei consumi idrici. L’azienda acquedottistica ha avviato così una campagna di lotta all’evasione senza precedenti, utilizzando le armi che la legge mette a disposizione dei gestori di pubblici servizi.

L’Aca ha accumulato ben 57 milioni di euro di crediti non riscossi e ora è passata all’azione. «La legge ci obbliga ad effettuare il recupero di questi crediti», spiega l’amministratore dell’azienda di via Maestri del lavoro Vincenzo Di Baldassarre, «se non lo facessimo, dovremmo rispondere dell’omissione alla Corte dei conti».

Ma il giro di vite rischia di essere pesantissimo. L’Aca ha già individuato migliaia di utenti non in regola con i pagamenti, ma ha deciso di far partire la campagna anti-evasione partendo dalle famiglie e dalle società che risultano maggiormente esposte nei confronti dell’azienda consortile acquedottistica. I nomi, ovviamente, sono top secret. Quello che si sa è che la maglia nera per il debito più alto spetta ad un ente pubblico. Questo ente, che non è il Comune di Pescara, né quello di Montesilvano, non avrebbe pagato bollette negli ultimi anni per ben 15 milioni di euro.

Ma nella lista ci sono anche delle famiglie che non risultano in regola con i versamenti. Dal prossimo gennaio (a dicembre e ad agosto il recupero crediti non avviene), questi utenti si vedranno ridurre l’erogazione dell’acqua da parte di una ditta incaricata, la Consorzio servizi qualificati (Csq). La ditta effettuerà la limitazione lasciando l’avviso sui contatori e invitando gli interessati a contattare l’ufficio competente. «Non possiamo procedere subito alla chiusura totale», spiegano fonti dell’Aca, «per questo garantiremo un servizio limitato che consiste, come stabilisce la legge, nel cosiddetto minimo vitale, ossia l’erogazione massima di 50 litri al giorno a persona».

Decisamente più complicata appare la procedura nei confronti degli utenti che, non avendo un contatore singolo per calcolare i consumi, devono far riferimento a un misuratore condominiale. In quest’ultimo caso, la limitazione dell’erogazione dell’acqua interesserà l’intero condominio. Almeno in teoria, fanno notare fonti dell’Aca, dovrebbe essere lo stesso amministratore del palazzo a farsi carico del recupero delle somme non pagate dal singolo utente moroso, ma se ciò non dovesse avvenire, il condominio risponderà in solido del mancato versamento. Tuttavia, per gli utenti non in regola con i pagamenti, la procedura del recupero crediti è cominciata già da qualche tempo. L’Aca, dopo essersi accorta del mancato pagamento della bolletta, o di varie fatture, ha inviato una lettera di sollecito all’utente per invitarlo a pagare. L’ufficio legale dell’Aca ha poi spedito un successivo sollecito a chi non ha effettuato i versamenti, ricordando agli utenti la possibilità di poter accedere a un piano di rientro composto da rate accessibili. Per i cittadini che producono il modello Isee e hanno redditi da zero a 2.500 euro, la rata mensile da pagare è di 40 euro con un numero di 36 rate: da 2.501 a 7.500, 50 euro con un numero massimo di 40 rate; da 7.501 a 12.000, 75 euro con un numero massimo di 36 rate.

Dopo la limitazione dei consumi, se la morosità dovesse ancora persistere, entro sette giorni si procederà alla chiusura totale dell’erogazione. Il ripristino del servizio idrico avverrà a seguito dell’esibizione cartacea delle ricevute di pagamento totale del debito, oppure della richiesta di un piano di rientro con la ricevuta del pagamento della prima rata.

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