PESCARA

L'ultimo saluto a D’Alessandro, era suo il mitico "capriccio"

Il fondatore delle botteghe di dolciumi e gelati aveva 89 anni. I funerali svolti alle 10 nella chiesa di Santo Stefano

PESCARA. Anche Enzo Ferrari, ai tempi della Coppa Acerbo, degustò i dolci della pasticceria di papà Arturo e poi gli scrisse per ringraziarlo. E non c'è pescarese d'altri tempi che non ricordi il mitico "capriccio", il gelato con le mandorle e cioccolato che preparava ogni giorno.
E' una eredità dolciaria di eccellenza quella lasciata da Giulio D'Alessandro, 89 anni, morto giovedì sera nel reparto di geriatria dell'ospedale, dopo aver combattuto per mesi con alcuni problemi di salute. I funerali del fondatore delle omonime pasticcerie sorte, dal 1920 ad oggi, tra corso Umberto, via Nicola Fabrizi e l'attuale in via Trento, si sono svolti nella chiesa di Santo Stefano, in via Monte Bove, zona ospedale. La salma è stata tumulata al cimitero dei Colli.

Nato il 18 ottobre 1930 in viale Bovio, sfollato durante la guerra a Pescosansonesco, minacciato dai nazisti durante le sue scorribande in bicicletta, Giulio D'Alessandro lascia distrutti dal dolore il suo unico figlio Paolo con la compagna Francesca e il nipotino Lorenzo, 3 anni. La moglie marchigiana, Fernanda Suppa, originaria di Servigliano, scomparsa alcuni anni fa. Addolorati per la sua morte anche i fratelli Marina e Sergio.
Antesignano dei catering,  ha organizzato ricevimenti per l'ex presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, l'editore Giulio Einaudi e una moltitudine di vip ospitati nelle pasticcerie nel corso degli anni: Ayrton Senna, Francesco Moser, Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini. Tra i suoi storici amici e clienti, il sarto Nino Tritapepe, Evandro Femminella delle omonime profumerie, il farmacista Vizioli, l'architetto Romano Scarpetta che gli progettò l'ultimo negozio e Sandro Ciavarelli. (c.cor.)

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