La commissione: via al piano per salvare le opere di Di Persio

È pronta una modifica alle norme urbanistiche del Comune per sbloccare la ristrutturazione dell’ex Banca d’Italia

PESCARA. È pronto il piano del Comune per far rimanere a Pescara le prestigiosa collezione di Venceslao Di Persio, circa 200 dipinti della pittura meridionale dell’Ottocento e del primo Novecento. Ieri la commissione Gestione del territorio, presieduta dal consigliere Ivano Martelli, ha iniziato ad esaminare una modifica alle Norme tecniche di attuazione del prg per consentire al noto collezionista di poter finalmente ristrutturare l’ex sede della Banca d’Italia, in viale D’Annunzio, dove lui vorrebbe realizzare un museo per esporre i suoi capolavori.

«Questa modifica», ha spiegato Martelli, «consentirà di fare dei lavori all’interno dell’edificio, mantenendo intatto l’esterno». Favorevole all’iniziativa anche il consigliere dell’opposizione, Fabrizio Rapposelli (Forza Italia). In questo modo Di Persio potrebbe realizzare il suo sogno di un museo a Pescara, evitando così di dover trasferire le sue 200 opere in un’altra città. In proposito, si è già fatto avanti in passato il Comune di Ascoli Piceno. Di Persio ha più volte minacciato di trasferire altrove la sua collezione, se non avesse avuto la possibilità di realizzare il museo nel palazzetto dell’ex Banca d’Italia, poi sede della Caripe, acquistato dal collezionista alcuni anni fa.

L’iniziativa di Di Persio era è stata bloccata dalla Soprintendenza alle belle arti, che aveva bocciato il progetto di ristrutturazione interna in quanto l’immobile ha dei vincoli architettonici.

Ma nel settembre dell’anno scorso il ministero dei Beni culturali, rispondendo a un’interrogazione su questo tema del deputato abruzzese Gianni Melilla, ha riacceso le speranze del collezionista. «Questo ministero», ha scritto la sottosegretaria Ilaria Carla Anna Borletti dell’Acqua, «non può che esprimere apprezzamento per l’intendimento, espresso da privati cittadini, di dar vita a un nuovo museo, facendosi carico dei relativi oneri. Manifesta, quindi, la piena disponibilità dei propri organi locali e centrali a proseguire il confronto, al fine di pervenire a soluzioni progettuali capaci di conciliare gli auspicati obiettivi di riuso culturale del palazzetto ex Banca d’Italia con le esigenze di tutela».

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