La mamma non si dà pace: non ho potuto farlo studiare

La disperazione della madre del giovane alpino di Turrivalignani morto durante un'esercitazione sulle Dolomiti

TURRIVAGLIANI. Il più grande e mesto raduno di penne nere che Turri abbia mai visto. È stato un risveglio, ieri, nel segno dell'attesa per il ritorno della salma di Williams Tracanna, arrivata poi qualche minuto dopo le 21 a bordo di un furgone in verde mimetico dell'Esercito. Il giovane alpino del 7° Reggimento di Belluno era morto l'altro ieri mattina durante una escursione di addestramento al Piz de Vedana, Comune di Sospirolo nelle Dolomiti bellunesi. Un volo di 150 metri nel vuoto e la vita spezzata sul colpo sotto gli occhi attoniti dei commilitoni.

Inutili i tentativi di soccorso dei compagni prima, e poi l'arrivo di un elicottero del 118. Sarà l'inchiesta a stabilire la verità ufficiale, anche se appare scontata una conferma della prima ricostruzione fatta con l'aiuto dei testimoni, una caduta accidentale avvenuta durante il transito in uno stretto passaggio a quota 900 metri durante il percorso di discesa, un punto da percorrere con attenzione ma classificato a basso grado di criticità.

Il paesino ai piedi della Maiella si è popolato di divise grigioverdi tra colleghi di compagnia e di reggimento, ufficiali di comando e alpini in congedo con le loro associazioni. Tra i primi conforti prestati ai familiari c'è stato quello del comandante del Settimo, il colonnello Stefano Mega volato qui subito dopo l'incidente per preparare insieme ai suoi più stretti collaboratori l'arrivo del feretro partito ieri pomeriggio dal Veneto e giunto in in municipio quando da ore era già pronta la camera ardente allestita nell'aula consiliare, per dare modo all'intera comunità turrese di porgere l'estremo saluto al giovane militare.

Nel lutto cittadino, proclamato dal sindaco Luigi Canzano, è stato celebrato questa mattina alle 10 il rito funebre nella chiesa di Santo Stefano con un imponente servizio d'ordine disposto per l'eccezionalità dell'avvenimento.

Il piccolo appartamento della mamma, Anna Ciccone, è dall'altro ieri meta di un interminabile corteo. Condoglianze che coinvolgono anche i nonni materni di Williams, Antonio Ciccone e Matilde Rosetti, da sempre accanto a Anna e genitori aggiunti del giovane fino alla sua partenza per il Veneto nell'estate del 2006 dopo l'assegnamento al reggimento dipendente dalla storica brigata Julia. Mentre la salma, partita da Belluno, era in viaggio verso sud, a Turri si indulgeva ai ricordi, lucidi nonostante lo stordimento provocato dalla notizia. Con quella dignità tutta abruzzese che emerge soprattutto nei momenti drammatici, Anna ha raccontato che «Williams è, perché mi piace parlarne al presente, un ragazzo unico. A parte l'orgoglio di esserne la mamma, lo dico perché è quello che pensano tutti quelli che l'hanno conosciuto. Ragazzo impeccabile negli studi, diplomato col massimo dei voti all'industriale di Chieti. Fin da bambino ha capito quanto lo amavamo io e i nonni. E lui ci ha dato tanto, a cominciare dalla soddisfazione per la sua carriera, che s'è conquistata con intelligenza e testardaggine».

Far parte degli alpini non era stato il primo sogno. «Dopo il diploma», spiega Anna, «voleva andare all'università per studiare scienze politiche. Diceva che occorreva gente preparata per dirigere la nazione, e che lui voleva servire l'Italia. Ricordo ancora i suoi pianti di rabbia, quando gli dissi che non ce l'avremmo fatta a pagare i suoi studi, nonostante io ce la mettessi tutta accettando anche lavori massacranti». Poi l'idea di arruolarsi nell'Esercito. «Andò a Roma per la selezione, ma mi telefonò per dirmi che era andata male, l'avevano scartato perché in sovrappeso. Tornò e trasformò la sua camera in una palestra. Alla seconda prova passò, e venne inviato prima a Verona per l'addestramento, poi a Belluno», ricorda. Poi le missioni in Afghanistan. «Al ritorno mi disse che le donne lì erano succubi degli uomini». Nei frammenti di ricordi c'è anche un computer. «Ne ho finalmente comprato uno, mi disse, e io gli risposi che non ne aveva bisogno, che lui era già un cervello elettronico». La vita di Williams era da 8 anni a Belluno, dove aveva la residenza e anche gli affetti da adulto, un fidanzamento con Maria Luisa che durava da più di un lustro.

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