La ministra Roccella a Pescara: «Molti ragazzi in solitudine, sostegno necessario»

L’incontro ieri all’Aurum con la responsabile del dicastero della famiglia: «Scuola e famiglia, legame da rafforzare»
PESCARA. L’importanza della collaborazione tra famiglia, istituzioni e scuola per il benessere dei ragazzi, in un’ottica di costruzione di una nuova alleanza educativa. È il filo conduttore dell’iniziativa, promossa dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Pescara, guidato da Adelchi Sulpizio, organizzata all’Aurum con la presenza del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella. «È necessario rafforzare nuovamente il legame tra scuola e famiglia», ha detto la ministra, secondo la quale il sostegno alla famiglia «nel corso degli anni ha perso parte della sua capacità educativa ed è oggi in una situazione di fragilità».
«Non dobbiamo toglierle responsabilità», ha aggiunto, «ma piuttosto aiutarla a svolgere al meglio il proprio ruolo, affinché questa collaborazione con la scuola possa funzionare davvero. Le famiglie di oggi sono profondamente cambiate. Oltre il 30% è formato da una sola persona, mentre un altro 30% circa è costituito da coppie senza figli. Solo il restante terzo è composto da coppie con figli, e nella maggior parte dei casi si tratta di un figlio unico. Questa trasformazione della struttura familiare porta con sé anche un tema delicato: quello della solitudine che molti ragazzi si trovano a vivere».
Al tavolo dei relatori, di fronte a una platea formata da rappresentanze di scuole superiori e associazioni di volontariato, sono intervenuti il sindaco di Pescara, Carlo Masci, il deputato di Fratelli d’Italia Guerino Testa, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Massimiliano Nardocci, e l’assessore comunale Sulpizio. Come ha anticipato la presidente della commissione Pari opportunità della Regione Abruzzo, Rosa Pestilli, durante l’incontro è stato deciso di presentare il progetto On the Road nelle prossime settimane alla Camera dei deputati.
«Oggi molti ragazzi non crescono più all’interno di una rete familiare allargata, quella che un tempo rappresentava una naturale comunità educativa», ha sottolineato Roccella, «per questo motivo si affidano sempre di più al gruppo dei coetanei, che però può essere molto rigido nei rapporti e spesso privo di quella sensibilità e protezione che invece caratterizzano i legami familiari. Per questo è fondamentale offrire sostegno alle famiglie che si trovano ad affrontare un compito educativo sempre più complesso, anche a causa dell’impatto delle nuove tecnologie e dei pericoli legati all’uso del web. Noi ci stiamo muovendo in questa direzione con diversi interventi concreti. Ad esempio, attraverso il decreto Caivano, abbiamo introdotto l’attivazione automatica del parental control su tutti i nuovi smartphone. Questo permette ai genitori di monitorare non solo quanto tempo i figli trascorrono davanti allo schermo, ma anche i contenuti a cui accedono: quali siti visitano, cosa guardano, quali ambienti digitali frequentano».
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