LA NOSTRA SALUTE COL PALLOTTOLIERE

29 Maggio 2013

«Un uomo ha mille progetti, un uomo ammalato ha un solo progetto: guarire». Cito questo vecchio proverbio popolare per lanciare un appello a chi ha la responsabilità della sanità abruzzese: basta parlare di numeri e di bilanci, ricominciamo a discutere di qualità delle cure e di attenzione per gli ammalati. So benissimo che non ci può essere un buon sistema di ospedali, case di cura e tutto il resto se non ci sono i quattrini. Ma negli ultimi anni si è esagerato nel discutere soltanto di piani di rientro, razionalizzazioni, accorpamenti e quant’altro. E le cifre del bilancio sanitario regionale sono state utilizzate come elemento di propaganda politica, a favore o contro, nell’indifferenza di una cittadinanza sempre più anziana e, quindi, bisognosa di cure.

E invece dobbiamo tornare a parlare di quel che succede nelle corsie dei reparti, dei tempi d’attesa per le visite specialistiche, di come vengono selezionati i primari che poi devono garantire le migliori terapie possibili, al di là dei miracoli che a nessuno possono essere richiesti. Mi sono letto con attenzione le cinquanta pagine che danno conto della riunione di qualche settimana fa in cui la Regione Abruzzo è stata esaminata a Roma dai ministeri che si occupano di sanità. Ho scorso grafici e tabelle sui conti, le diatribe tra burocrati per l’interpretazione da dare a questa o quella spesa. Ma la mia attenzione è caduta soprattutto sui passi in cui si parla di pazienti, di uomini e donne che stanno male, di patologie da prevenire, di percorsi nascite.

Cito un caso su tutti: a pagina 29 del documento si tirano gli orecchi all’Abruzzo per il ritardo con cui si sta mettendo in piedi una rete di hospice, le strutture in cui i malati terminali possono ottenere una degna assistenza, anche in termini di terapia del dolore. Su 72 posti letto che erano stati programmati, al momento soltanto 22 sono risultati realmente disponibili, con ritardi nell’approntamento riscontrati nell’ex Sanatorio del Mazzini di Teramo, a Torrevecchia Teatina, al San Salvatore dell’Aquila e al San Filippo e Nicola di Avezzano. Vogliamo dare una risposta ai familiari di chi vive un periodo così duro o mostrare loro i soliti grafici? Tenere i conti in ordine è un dovere, ma è una vittoria di Pirro se i livelli di cura non sono degni di un Paese civile. Buona domenica.

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