«La prostituzione minorile dietro al blitz alla stazione»

Alessandrini rivela i retroscena dello sgombero dei senegalesi di mercoledì «Operazione inevitabile, era stato segnalato anche lo spaccio di stupefacenti»

PESCARA. Non ci sarebbe stata solo merce con marchi contraffatti nel mercato abusivo delle aree di risulta. «La vendita di capi di abbigliamento con marchi falsi era solo la punta dell’iceberg. Da quanto mi è stato riferito, c’erano anche fenomeni di prostituzione minorile e traffico di stupefacenti». A rivelarlo è il sindaco Marco Alessandrini all’indomani del blitz delle forze dell’ordine che ha portato allo sgombero definitivo del mercato dei senegalesi. Il primo cittadino sostiene che ci fosse addirittura l’ombra della criminalità organizzata dietro al commercio illegale svolto fino a mercoledì scorso nelle aree di risulta. «Non so se si tratti di camorra o di qualcos’altro», dice il sindaco, «ma lo sgombero era inevitabile». «L’operazione di sgombero», aggiunge, «nasce da pressanti sollecitazioni che da mesi ricevo da parte del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto». «In quella sede», spiega Alessandrini, «mi sono state rappresentate indicazioni precise e perentorie di intervento sull’area, da tempo oggetto di complesse indagini riguardanti reati di chiara gravità».

E ieri su questa questione è intervenuta anche l’associazione Antimafie Rita Atria e Peacelink Abruzzo esprimendo forti perplessità. «Quanto accaduto», afferma in una nota l’associazione, «non si può liquidare come una mera questione di legalità e di ordine pubblico, ma ci sono interrogativi politici e sociali. Interrogativi ancora più ineludibili e pesanti se si considerano le dichiarazioni alla stampa, in cui l’area di risulta è stata paragonata a Scampia con tanto di vedette e si è esplicitamente fatto riferimento ad ombre della camorra, al principale snodo della contraffazione del Sud Italia e, addirittura, di prostituzione maschile». «Partirà già nelle prossime ore un enorme giro di vite nei confronti delle centrali della contraffazione?», si chiede l’associazione, «La merce contraffatta da dove proveniva? Chi sono i fornitori? Alla luce di quanto dichiarato sulle ombre della camorra, ci sono stati arresti? Ci sono organizzazioni criminali smantellate, o in via di smantellamento? La comunità senegalese è stata mai informata di queste ombre?». «Quali provvedimenti sono stati presi», conclude l’associazione, «considerando che nel centro di Pescara, stando a quanto dichiarato, ci sarebbe stata una realtà paragonabile a periferie degradate in mano a organizzazioni criminali?».

Intanto, la confederazione degli artigiani Cna, per bocca del direttore Carmine Salce, lancia un appello affinché le imprese regolari gestite dai senegalesi vengano al più presto ricollocate dignitosamente all’interno di altri spazi commerciali della città.

Ma sul progetto dell’amministrazione comunale di trasferire le bancarelle dei senegalesi nel sottopasso di via Ferrari divampa la polemica. I consiglieri comunali di Forza Italia Marcello Antonelli, Vincenzo D’Incecco, Fabrizio Rapposelli e il capogruppo alla Regione Lorenzo Sospiri sostengono che quella soluzione non verrà mai realizzata. «Quel tunnel», avvertono, «oggi non può ospitare alcunché, neanche una striscia disegnata a terra, se prima non viene portata in consiglio comunale la delibera di variante al prg. Inoltre, Forza Italia ha già espresso la propria contrarietà a tale dislocazione, che non rispetta le norme di sicurezza». Forza Nuova, invece, annuncia che ostacolerà con ogni mezzo l’installazione di ulteriori strutture a ridosso della stazione.

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