«La Provincia contro l'abuso dei tirocini»

Martorella: c'è un'analisi sui corsi. La Cgil incalza: giovani sfruttati, fenomeno diffuso

PESCARA. «L'assessorato provinciale al Lavoro e Formazione ha avviato le azioni di sistema, in linea con gli indirizzi di programmazione dell'assessore regionale Paolo Gatti, per promuovere l'uso e contrastare l'abuso dei tirocini». A parlare è l'assessore Antonio Martorella che prende le distanze dal consigliere comunale e regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che, con il segretario provinciale, Corrado Di Sante, ha parlato dei tirocini formativi «come la nuova frontiera del lavoro nero». 

Sottopagati, sfruttati, con paghe a 3 euro l'ora e 300 euro al mese: questo il quadro dei tirocini secondo il consigliere di Rifondazione che ha chiesto un incontro a sindacati e assessori per affrontare la questione, lamentando anche l'inerzia della Provincia che finanzia i corsi di formazione e il sonno della Regione. «I tirocini sono da incentivare, da arricchire, non da criminalizzare», dice Martorella. «E Provincia e Regione ne sono consapevoli e hanno gettato le basi per un'adeguata regolamentazione e avviato le prime innovazioni». 

Martorella spiega anche cosa significa essere un tirocinante: «La disciplina dei tirocini rientra nell'ambito della formazione professionale, al punto che non è previsto per il tirocinante un compenso, ma un'eventuale somma a titolo di rimborso spese». E aggiunge che la Provincia, dallo scorso aprile, «ha cambiato il proprio sistema informativo lavoro, per poter monitorare l'efficacia formativa e occupazionale degli interventi, tirocini compresi.

L'analisi sarà disponibile a breve. Infine», conclude l'assessore provinciale, «abbiamo costruito un sistema premiale rivolto alle aziende che fanno buon uso dei tirocini».  Ma nella polemica sui corsi di formazione sottopagati interviene anche Massimo Di Giovanni della Cgil: «Abbiamo sempre denunciato con forza l'uso improprio che le aziende hanno fatto e, continuano a fare, dello strumento del tirocinio formativo.

I tirocinanti, infatti, in troppi casi sono stati usati e, continuano ad esserlo, non solo in Abruzzo e non solo a Pescara, per sostituire lavoratori che in precedenza venivano assunti con contratti a tempo determinato».  I settori in cui sono più impiegati i tirocinanti sono il commercio, il turismo, la ristorazione e il terziario in genere. «Nel turismo questo fenomeno è molto diffuso e spesso non vengono rispettate le norme sulla sicurezza: fanno lavorare i giovani 10 o più ore al giorno e la formazione di fatto non viene impartita e non vi è alcun controllo da parte dei tutori dei soggetti promotori. Insomma, uno strumento abusato in maniera impropria». (p.au.)

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