LA SFIDA DI PALLONE TRA POLITICI E CARCERATI
A fine gara non si scambiano le maglie. Solo una stretta di mano, non si sa mai. Da una parte c'erano i politici, dall'altra i detenuti di Castrogno. Amministratori comunali contro carcerati. La sfida di pallone è andata in scena, ieri, in un campo di calcio a Teramo. Ma il 1993 è lontano. Allora, sindaci e assessori di mezz'Abruzzo avrebbero potuto giocare da entrambe le parti, sarebbe stato un derby tra carcerati. Oggi i politici fanno i politici. Cioè giocano sulle fasce, a destra oppure a sinistra, cambiando ruolo e posizione con la facilità di una squadra alla Sacchi o alla Liedholm: è gioco totale. E i detenuti? Quelli sognano di essere Franco Baresi, possono al massimo contendersi il ruolo più ambito (per chi è rinchiuso dietro alle sbarre): quello di libero. Ma chi ieri si aspettava una scena da film, stile il secondo tempo del celeberrimo "Fuga per la vittoria", è rimasto solo deluso. Non c'è nessuna guerra, né l'Italia è occupata dai tedeschi. I detenuti invece sono stati signori di fair play, lo ha detto anche il vescovo, Michele Seccia, che ha dato il calcio d'inizio. E' stata un'idea intelligente che ha regalato, a un drappello di uomini, un pomeriggio al di là delle sbarre di quello che chiamano il carcere dei suicidi. La sfida in campo è finita in parità, 2 a 2. Ma la partita vera l'hanno vinta i carcerati.