La truffa corre su whatsapp: attenti ai ladri di password

Sempre più offerte, promozioni e raccolte di beneficenza diffuse tramite le catene innescate sui vari gruppi di utenti. La Polpost: mai aprire il messaggio

PESCARA. Catene di Sant’Antonio del tipo “se non giri questo messaggio a venti persone morirai entro stasera”; buoni sconto di colossi industriali come Ikea, Carrefour o Zara; oppure campagne di beneficenza, tipo quella avviata dopo il recente terremoto di Amatrice per sostenere le piccole aziende di prodotti tipici. E perfino regali, come i due biglietti aerei del valore di 200 euro che Ryanair regalava come promozione per suo il 15esimo anniversario di attività.

Sono le “bufale”, le notizie false, diffuse tramite whatsapp (il servizio di messaggistica istantanea più utilizzato al mondo) a platee sempre più vaste e per questo capaci di rendere il messaggio virale nel giro di poche ore. Complice la miriade di “gruppi” che ormai, dallo sport alla scuola, mettono insieme interminabili catene di dati e numeri telefonici appetibili a chi, più che allo scherzo, è interessato al business della truffa. Perchè quasi sempre è di questo che si tratta.

Lo sanno bene gli investigatori della polizia postale e delle comunicazioni di Pescara dove però, come sottolinea la dirigente Elisabetta Narciso «non abbiamo segnalazioni o denunce relative direttamente a questi messaggi whatsapp». Questo perché, spiega ancora la dirigente del comparto Abruzzo con i responsabili del settore operativo Gianluca De Donato e della sezione Cyber crime Angelo Mastronardi spesso quella comunicazione falsa, quella bufala, è il tramite per intercettare e carpire dati sensibili e credenziali di accesso da utilizzare poi in altri modi e in altri sedi.

Tipo, ad esempio, l’home banking, il collegamento on line alla banca di riferimento. «Le segnalazioni che ci arrivano, più che le “bufale” su whatsapp sono le loro conseguenze. Quando cioè il cittadino scopre bonifici e operazioni a suo nome, e sul suo conto, che non ha mai fatto. E a quel punto non si riesce a spiegare come mai». E la spiegazione, dicono gli esperti può essere nascosta proprio dietro la bufala di whatsapp. Basta aver aperto il messaggio attraverso il quale, sul telefonino, appaiono promozioni e buoni sconto, o campagne di beneficenza inventate e lanciate sulla scia emotiva del momento, vedi l’ultimo terremoto di Amatrice, e il gioco (dei truffatori) è fatto. «Una volta che si è aperto il messaggio si può essere rinviati a un link che, una volta aperto», spiega De Donato, «in automatico inocula un virus sul cellulare, un programma spia capace di copiare tutti i movimenti in rete, carpendo le credenziali di accesso a servizi come quelli bancari».

C’è poi un altro business ed è quello di chi si muove in rete a caccia di dati personali da carpire con l’obiettivo di mettere insieme e creare database, archivi, da cedere a terzi dietro compenso. «Pacchetti di informazioni, con tanto di numeri telefonici, da utilizzare», spiegano gli esperti della Polizia postale, «per campagne pubblicitarie o orientamento del mercato».

E allora, come difendersi?

«Il consiglio è di non aprire nessuno dei messaggi che arrivano sul telefonino di cui non conosciamo il mittente, e di non compilare schede in cui vengono richiesti dati personali» ribadiscono De Donato e Mastronardi. «Si è parlato, ad esempio, di una campagna di beneficenza per sostenere le zone terremotate facendo acquisti nelle piccole aziende di quelle zone. Messaggio poi seguito da un altro messaggio inviato da qualcuno che, sostenendo la falsità del primo, diceva di essersi informato dalla Guardia di finanza. Ma, anche qui: è riconoscibile chi lo dice, è identificabile? No», sottolineano i poliziotti. «Ecco», concludono, «bisogna sempre verificare, informarsi in proprio. Evitando di entrare in quel link». Senza contare che oltre ai cacciatori di dati sensibili ci sono anche quelli interessati alla truffa vera e propria. Quelli che ti invitano a sostenere le zone terremotate, o un bambino che ha bisogno di cure, con l’unico obiettivo di spillarti dei soldi e sparire.

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