CORONAVIRUS / IL PAESE BLINDATO

La vita a Castiglione, uno dei sei centri dove tutto è vietato / VIDEO

Ogni cosa si ferma nel giorno del funerale di una delle 2 vittime. Il modello Codogno dà speranze come la prima concittadina malata che ha potuto lasciare l’ospedale

CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO. Qui, dove vivono poco più in duemila, è l’isolamento la condizione che più preoccupa, che vede i sindaci impegnati in prima linea per contrastarla, adottando tutti gli espedienti e le strategie possibili. Castiglione Messer Raimondo, il comune che si trova al centro della Valle del Fino  ha cercato da sempre di puntare sulle sue peculiarità per attrarre turisti, per evitare lo spopolamento e per vedere un po’ più animate le vie del centro storico e delle frazioni. In questi giorni però il "nemico" è cambiato e l’isolamento, che sinora andava combattuto, diventa ora la probabile salvezza.

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Il parroco della zona rossa: "Non ci scoraggiamo". La parola di Dio e la benedizione via social
L'attività religiosa a Castiglione Messer Raimondo, parla don Michele Cocomazzi vicario Forale della vallata del Fino (video di Luciano Adriani)


IL NEMICO INVISIBILE. Castiglione, con Elice, Montefino, Castilenti, Bisenti e Arsita, è diventato zona rossa. Ci sono state due vittime nella stessa giornata con il Covid-19. E anche la funzione per il loro funerale ieri è stata riservata ai pochi intimi e non si è svolta neppure in chiesa, ma al cimitero. Ieri altri tre casi positivi in paese per un totale di 12 persone e dopo un susseguirsi di cattive notizie, ne è arrivata anche una buona: è stata dimessa una concittadina che era ricoverata ed era positiva al Covid 19, è in condizioni discrete in casa.
I FUNERALI. Non c’erano gli amici e i parenti a dare conforto, non un abbraccio, non una stretta di mano. «Si dispensa dalle visite», si legge sul necrologio, un avviso d’obbligo, ma scontato viste le disposizioni ministeriali. Sono oltre 10 i positivi, circa 20 nella valle del Fino e ci sono tanti tamponi in attesa di esito, oltre a molti in quarantena per aver avuto contatti con i casi positivi. Ci sono poi le famiglie che hanno persone con la febbre in casa, che aspettano un tampone per capire se sia una semplice influenza, oppure no.


IL PRIMO CITTADINO. C’è un sindaco, Vincenzo D’Ercole, il più giovane della provincia di Teramo e uno dei più giovani dell’Abruzzo e d’Italia, che dall’inizio di questa emergenza sta facendo sentire il suo grido d’aiuto. Che prova, insieme agli altri amministratori comunali, a incoraggiare i cittadini, a convincere tutti a restare in casa perché degli asintomatici è probabile ci siano e i contatti sociali vanno limitati all’essenziale. E’ sempre lui, con gli occhi ogni giorno più stanchi e visibilmente provati, che posta su Facebook, e sui numeri telefonici dei cittadini tramite Whatsapp e Telegram, messaggi informativi su come vanno le cose, che lancia accorati appelli a non uscire. Anche la Tua ha ridotto le sue corse, i parchi gioco sono privi di rumori e vuoti, molte le saracinesche abbassate, bar chiusi con tavoli e sedie senza nessuno a occuparli.
I NEGOZIANTI. Il centro storico è silenzioso come non mai, ma ci sono eroi che rendono possibile lo stare a casa degli anziani, di chi ha bimbi piccoli, di chi è in quarantena o di chi semplicemente non vuole uscire per paura. C’è Marcello con la moglie Donatella che consegna la frutta nelle case e se si chiede loro la cortesia passano anche in farmacia e consegnano tutto quello che è stato ordinato via telefono. C’è Annalisa di un negozio di alimentari del paese che fa consegne anche la sera dopo la chiusura per riuscire a seguire tutti.
LA SPESA. Al supermercato Todis è anche una dipendente a fare le consegne dopo il lavoro, allungando di molto l’orario del suo rientro a casa. C’è poi il Caseificio Piola, con formaggi, mozzarelle e yogurt pronti a raggiungere le case di quanti ne fanno richiesta. Così il panificio, altri negozi di generi alimentari, di frutta e verdura che ci sono anche nella più popolosa frazione delle Piane. Alcuni dei tanti "eroi" che con le loro attività cercano di non far sentire gli altri soli. La spesa viene lasciata all’esterno, dove il cittadino deve prima mettere i soldi, le persone non si incontrano fisicamente, il negoziante con guanti e mascherina lascia le buste della spesa, prende i soldi e va via, nessun contatto, ma il calore umano passa ugualmente. Ci sono poi coloro che si occupano di raccogliere ogni giorno l’immondizia, un lavoro che rende il paese pulito e ordinato. Nei giorni scorsi i centri abitati sono stati anche sanificati.
MODELLO CODOGNO. L’altra buona notizia è la firma del decreto da parte del governatore Marco Marsilio: zona rossa. Stavolta isolarsi serve, è la strada e sa anche di altruismo: se non si potrà entrare saranno limitati i contagi anche verso chi non vive in questa area. Il modello Codogno dà speranze e questo è quello che più serve. I cittadini provano a restare lucidi e a farsi forza con pensieri positivi, si torna con la mente a quei 10 giorni di assenza di luce, riscaldamento e contatti legati all’emergenza della nevicata e del terremoto del gennaio 2017, anche quell’esperienza sembrava non avere fine, ma è passata. C’è chi esorcizza la paura dilettandosi ai fornelli, chi legge, chi fa fare i compiti ai figli cercando una normalità in giorni così anomali, ci sono insegnanti che a distanza fanno del loro meglio per seguire i ragazzi, c’è chi suona, chi ascolta musica e cita brani come “L'estate di John Wayne” di Raphael Gualazzi e quell’ormai celebre verso così carico di nostalgia e anche di speranza: «Torneranno i cinema all'aperto e i riti dell'estate».
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