Lavori alla Asl, dopo 10 anni sì all’appalto da 36 milioni

Il direttore generale D’Amario affida a un gruppo di Bologna e Pescara la manutenzione dei tre ospedali, ma sono ancora pendenti due ricorsi

PESCARA. Un appalto da quasi 40 milioni di euro, il più costoso della sanità pescarese, che si trascina da 10 anni. Con una delibera approvata il 12 maggio scorso, a 13 giorni dalle elezioni regionali e con due ricorsi ancora pendenti al Consiglio di Stato, la Asl ha affidato l’appalto per il servizio globale dell’energia e della manutenzione edile e degli impianti degli ospedali di Pescara, Penne e Popoli a un raggruppamento temporaneo di imprese formato dal Consorzio nazionale servizi (Cns) di Bologna e da un’azienda di Pescara, la Omnia servitia srl.

Trentasei milioni di euro. L’importo dell’appalto – affidato in via definitiva perché l’offerta presentata dal Cns e dalla Omnia servitia è stata valutata quella «economicamente più vantaggiosa» – è di 36,2 milioni di euro per 5 anni.

Due ricorsi pendenti. Ma sulle 45 pagine della delibera della Asl firmata dal direttore generale Claudio D’Amario e degli allegati, c’è scritto anche che 10 anni di commissioni, tra sedute pubbliche e riservate, non sono bastati a chiudere la partita. Due raggruppamenti temporanei di imprese esclusi – il primo è tra Cofely Itala spa e Manitalidea spa e Siram spa, il secondo tra Combustibili Nuova Prenestina srl – hanno impugnato gli atti: il Tar di Pescara, con una sentenza del 16 dicembre 2013, ha bocciato i due ricorsi delle aziende escluse dando ragione alla linea della commissione Asl presieduta da Vincenzo Lo Mele. Ma il caso giudiziario non è ancora chiuso e la delibera della Asl spiega perché: «Le ditte escluse hanno proposto impugnazione al Consiglio di Stato che, alla data odierna, non si è ancora pronunciato».

«Via libera al contratto». Ma per la Asl, i due ricorsi ancora pendenti non sono un ostacolo all’affidamento dell’appalto da 36 milioni di euro: lo dice una relazione per D’Amario firmata da Lo Mele e dal responsabile del procedimento Luigi Lauriola. «Allo stato dell’arte», sottolinea il documento, «nulla-osta all’aggiudicazione definitiva dell’appalto in favore del Cns e della Omnia servitia, nonché alla sottoscrizione del contratto».

Un appalto in 10 anni. Il caso dell’appalto del servizio globale dell’energia e della manutenzione edile e degli impianti dei tre ospedali pescaresi riporta al 2004 e alla gestione dell’allora direttore generale Angelo Cordone: una storia travagliata tra gare d’appalto sospese e revocate e ricorsi, dal Tar di Pescara fino alla Corte di Cassazione. Con la gara d’appalto ferma, la Asl si è ritrovata ad affidare proroghe su proroghe all’associazione temporanea di imprese tra la Siram, una delle ditte escluse, e la Omnia servitia, la vincitrice, «con possibilità di successivo atto di subappalto», come raccontano le vecchie delibere. Le proroghe sono avvenute «nelle more della nuova gara» bandita, poi, nel 2011 con D’Amario al vertice Asl.

L’impresa di Pescara. La Omnia servitia, costituita nel 2003, ha sede in via Ragazzi del ’99, si occupa di «manutenzione, riqualificazione e razionalizzazione energetica degli impianti tecnologici, termici e idrici» e impiega 23 dipendenti. La ditta è controllata dalla Colasante holding srl di Mozzagrogna, società che detiene tutte le quote del capitale sociale di 102.400 euro. In base alla visura camerale, l’amministratore unico è Camillo Desiderioscioli, di Guardiagrele, socio unico è Antonio Colasante srl di Mozzagrogna e il responsabile tecnico è Quirino Di Crescenzo di Guardiagrele.

©RIPRODUZIONE RISERVATA