Sorgenti di Caramanico, la denuncia: «Acqua termali, su Whatsapp una fuga di notizie sul bando»

Il capo dell’Areacom parla in commissione Vigilanza, Blasioli: «Vicenda incredibile»
CARAMANICO. Una fuga di notizie via Whatsapp sul bando per le sorgenti di Caramanico. A raccontare perché una lettera dell’Areacom, l’agenzia dei grandi appalti della Regione Abruzzo, sia finita prima in mano ai consiglieri di opposizione e soltanto il giorno dopo al sindaco che aveva chiesto chiarimenti sulla procedura pubblica, è stato proprio il direttore Areacom Donato Cavallo, chiamato in audizione ieri in commissione Vigilanza. Davanti al presidente, il consigliere Pd Sandro Mariani, l’ingegnere ha rivelato di aver mandato una bozza del documento, l’11 agosto, al presidente della Regione Marco Marsilio di Fratelli d’Italia e che poi sarebbe stato proprio Marsilio a girare la nota ai consiglieri amici di Caramanico. A seguire, lo stesso 11 agosto, i consiglieri hanno esibito la lettera in consiglio agitandola davanti al sindaco Franco Parone per dimostrare la vicinanza della Regione al paese in crisi. Il Comune ha ricevuto la pec dall’Areacom soltanto il successivo 12 agosto.
Con le terme chiuse da cinque anni per un fallimento da 25 milioni di euro e una svolta ancora lontana – sette vendite all’asta per gli immobili sono andate deserte e l’ottava non è stata ancora fissata – la storia di Caramanico si arricchisce di un altro capitolo: «Una vicenda incredibile per la sua irritualità», commenta il consigliere Pd Antonio Blasioli, «a fornire la lettera alla minoranza consiliare di Caramanico sarebbe stato il presidente Marsilio, a cui il direttore Cavallo aveva anticipato la bozza della risposta, non firmata e non protocollata, tramite Whatsapp. Il modus operandi appare più che mai irrituale e desta profondo sconcerto», dice Blasioli. «Trattandosi di informazioni su una gara pubblica in corso, sarebbe stato decisamente più opportuno rispettare la massima formalità e trasparenza, anche perché le precisazioni richieste dal Sindaco erano relative ad alcuni aspetti del bando, nello specifico a chiarire se una premialità in esso contenuta, e destinata a possessori di stabilimenti termali in zone “tecnicamente compatibili con il punto di prelievo” (Caramanico), potesse aprire la strada al trasferimento delle acque in altro luogo, arrecando ulteriore danno alla comunità caramanichese».
La nota dell’Areacom riguarda l’affidamento del pozzo Gisella e il bando scade il prossimo 15 ottobre ma, ha detto ieri Cavallo, il termine potrebbe slittare e sarebbe un’altra beffa per Caramanico, paese che da cinque anni vive nell’attesa costante: dalla serrata delle terme, hanno chiuso anche 7 alberghi e 25 negozi, i residenti sono diminuiti e il Comune, in credito di 2,5 milioni, è a un passo dal predissesto. «Cavallo», spiega una nota del consiglio regionale, «si è detto disponibile a interfacciarsi con gli uffici per rettificare eventualmente il bando, sulla base delle esigenze rappresentate dai territori nel corso della seduta, e nel caso, prorogare i termini della scadenza».
«Nel capitolato tecnico continuano a esserci evidenti contraddizioni che rischiano di prestarsi ad equivoci e malintesi», continua Blasioli, «ma solo ieri, 25 settembre 2025, con la gara in scadenza il prossimo 15 ottobre, il direttore di Areacom si è reso disponibile a valutare, assieme al servizio Politica energetica e Risorse del territorio e a tutela del Comune di Caramanico e della Regione, la rettifica del bando nei passaggi contestati».
C’è poi un’altra questione aperta, quella della sorgente Gisella: «Ha una potenzialità di emungimento di 0,5 litri al secondo e da sola non può consentire l’attività termale, dato che in alcuni momenti della stagione occorre molta più acqua. Non è chiaro quindi», dice il consigliere Dem, «per quale motivo non sia stata inclusa nel bando anche la concessione a uso termale dell’acqua della sorgente Pisciarello, che invece ha una capacità di oltre un litro al secondo». Su questo, il sindaco ha chiesto di essere consultato «prima di un’eventuale riformulazione del bando, al fine di evitare altri errori». «Solo ieri si è registrata un’apertura su questo, senza contare che l’inclusione nella procedura dello sfruttamento della fonte Pisciarello avrebbe probabilmente reso il bando più appetibile».
E invece, dice Blasioli, «le settimane passano e la Regione Abruzzo continua a non imparare dai propri errori. Dobbiamo registrare, per l’ennesima volta, come ci sia a monte l’ostinata indisponibilità a confrontarsi con chi da sette anni sta subendo tutte le ripercussioni della chiusura dello stabilimento termale: il Comune di Caramanico e l’intero comprensorio della Maiella».
Una nota positiva, dice Blasioli, però c’è: Cavallo ha escluso che le acque termali di Caramanico possano essere convogliate altrove.