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Le terme non rischiano la chiusura il Comune apre le porte ai privati

CARAMANICO TERME. Le terme di Caramanico non chiudono e non chiuderanno nemmeno nei prossimi anni, non solo per gli obblighi contratti da tempo con il Comune, ma anche e soprattutto perché ci sono...

CARAMANICO TERME. Le terme di Caramanico non chiudono e non chiuderanno nemmeno nei prossimi anni, non solo per gli obblighi contratti da tempo con il Comune, ma anche e soprattutto perché ci sono tutte le condizioni per consolidare e addirittura implementare il processo di sviluppo del termalismo locale e regionale.

«La recente determina della Provincia», spiega il sindaco Mario Mazzocca, «con cui l'ente ha negato alla Società delle terme spa il rinnovo della concessione mineraria delle sorgenti di acque (sulfurea e idropinica) Santa Croce-Pisciarello altro non è che un atto dovuto, conseguente all'entrata in vigore della legge regionale 64 , che ha modificato quella sul termalismo del 2002. La nuova norma vieta sia il divieto dell'affidamento diretto senza gara, che l'obbligo di espletare una gara pubblica».

Apre le porte, dunque, a possibili accordi di programma per la gestione delle risorse del territorio, come il Comune propone ed auspica da tempo. La nuova legge, inoltre, trasforma le concessioni perpetue in temporanee della durata di venti anni, a decorrere dall'aprile 2006 e questo comporta per Caramanico il coinvolgimento di un'altra sorgente denominata La Salute. «Il Comune», fa presente il sindaco, «punta a potenziare lo sviluppo della risorsa naturale del proprio territorio».

«Studi di settore da noi condotti hanno evidenziato la pressante necessità di tornare ad utilizzare anche una modesta quantità della risorsa naturale», continua il sindaco, «utilizzando i pozzi attivi, ancorché non funzionanti mettendoli a disposizione della realtà locale. L'intento è quello di ampliare l'offerta turistica, oltre che di rendere possibile l'allungamento del periodo di apertura dello stabilimento termale almeno 10 mesi l'anno, con indubbie benefiche ricadute nei confronti delle risorse umane e dell'indotto socio-economico».

«Lo strumento», precisa Mazzocca, «per trasformare la criticità in opportunità di sviluppo, esiste da oltre un decennio: ce lo offre la legge sul termalismo che prevede che la Regione, gli enti pubblici e privati possano sottoscrivere accordi di programma o porre in essere altre forme di cooperazione per realizzare un sistema integrato delle attività».

Il sindaco auspica una tempestiva sottoscrizione di un’intesa fra Regione, Comune, privati perché, dice, «favorirebbe il consolidamento dell'attività termale nel tempo, consentirebbe stabilità al personale impiegato a tempo determinato solo per alcuni mesi l'anno, favorirebbe la disponibilità di un quantitativo della risorsa naturale acqua anche ai locali operatori turistici. Né più né meno di quanto accade nella stragrande maggioranza delle località termali italiane». Sull'argomento è intervenuta anche la Provincia per confermare che non è competenza dell'ente rilasciare la concessione mineraria alla luce della nuova legge regionale, bensì «della Regione», sostengono Guerino Testa e Mario Lattanzio, «che entro maggio deve avviare un procedimento di evidenza pubblica per garantire i principi della concorrenza e del libero accesso sul mercato degli operatori ed evitare il monopolio di un bene ritenuto unico». (w.te.)

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