L’Economy Summit a Pescara, Tajani: «L’Abruzzo un’eccellenza. Vogliamo crescere nel mondo»

Il vicepremier di FI lancia la «diplomazia della crescita» nell’ultimo giorno di lavori all’Aurum
PESCARA. Non «una tribuna di propaganda», ma un «luogo di ascolto e confronto aperto tra operatori economici, politici di diversi orientamenti e livelli di responsabilità», fondamentale per una regione che «cresce nelle esportazioni a un ritmo superiore al 10%, ben oltre la media nazionale del 3%, dimostrando tutta la sua vocazione verso i mercati internazionali». Così il presidente della Regione Marco Marsilio ha chiuso i lavori dell’Abruzzo Economy Summit all’Aurum di Pescara dopo una due giorni di lavoro intensa, dedicata alle sfide e alle opportunità di domani per una regione che vuole continuare a crescere, senza fermarsi. Tra gli invitati c’erano i rappresentanti di alcune delle più grandi aziende italiane, che nei dibattiti – ieri moderati dai giornalisti Nicola Porro e Francesca Cenci – hanno toccato tanti temi, dall’intelligenza artificiale al problema infrastrutture. In altre parole: i temi di domani. E siccome la progettazione del futuro passa per la politica, ance le istituzioni hanno fatto la loro parte. È il caso del vicepremier Antonio Tajani, che all’Abruzzo è particolarmente legato per i suoi anni di servizio militare prestati all’aeronautica di Pescara.
ABRUZZO, UN’ECCELLENZA
«L’Abruzzo è da sempre la culla di un saper fare di eccellenza, grazie al suo tessuto produttivo dinamico e innovativo» esordisce Tajani. È il prodromo di un discorso più ampio sulla volontà di far conoscere ulteriormente la regione e il Paese all’estero. Come? Attraverso una «articolata strategia di diplomazia della crescita» finalizzata a far arrivare il valore dell’export a «700 miliardi entro il 2027». Oggi l’Italia è a 623 miliardi: «Siamo sulla buona strada», commenta lui. Visti i numeri, l’Abruzzo sembra il modello da seguire. Dei dazi imposti dall’America, però, si parla poco o nulla. Nemmeno di quelli appena annunciati da Donald Trump contro il farmaceutico, cioè il settore che ha trainato le esportazioni abruzzesi nel secondo trimestre 2025 tamponando l’emorragia dell’automotive. Semmai, se ne parla in maniera indiretta, come quando il vicepremier ricorda di aver lanciato «il piano d’azione dell’export per diversificare i mercati di sbocco per i nostri prodotti. Siamo in prima linea in progetti strategici come la Via del Cotone, che sarà un grande corridoio economico e logistico pronto a collegare i Paesi europei con quelli asiatici», in cui le regioni adriatiche «avranno un ruolo chiave». Ma non solo diplomazia delle esportazioni. I nuovi sbocchi per l’estero passano anche per la «profonda riforma del ministero degli Esteri che ho appena concluso», continua Tajani, «al fine di renderlo sempre più vicino alle strategie delle imprese e dei cittadini». Il vicepremier parla di «rivoluzione» all’insegna di «crescita, semplificazione e sburocratizzazione». Una riforma che porterà le ambasciate a essere «sempre più un trampolino di lancio per le nostre imprese nel mondo», con le agenzie per l’internazionalizzazione «pronte a sostenere le imprese sui mercati internazionali, con misure sempre più mirate e a collaborare con le Camere di Commercio».
IL RAPPORTO CON L’EUROPA
La giunta Marsilio combatte due battaglie fuori dai confini regionali. Una, a Roma, per cambiare i parametri di distribuzione delle risorse del fondo sanitario nazionale; l’altra, a Bruxelles, per cambiare in corsa la politica di transizione energetica, considerata la causa del declino del settore auto. Ma i temi sul tavolo dell’Unione europea che riguardano le regioni da vicino sono parecchi. Non a caso è stato appositamente istituito un comitato degli enti in Ue. Qui a capo della delegazione italiana c’è Alberto Cirio, governatore del Piemonte. È anche lui che rappresenta le istanze abruzzesi nel cuore dell’Europa. «Che non è tutta uguale», spiega dal palco dell’Aurum, «immaginiamo come sia diverso un paese del Nord Europa rispetto a uno dell’Europa mediterranea. La capacità delle politiche europee di coesione è proprio far stare insieme territori diversi. Grazie ai fondi europei il presidente Marsilio è riuscito a fare interventi e investimenti importanti come abbiamo fatto noi in Piemonte, perché le particolarità territoriali devono rispecchiarsi in politiche differenziate a seconda delle esigenze dei territori». Il più grande quantitativo di fondi europei in Italia è arrivato attraverso il Piano nazionale di ripresa resilienza (Pnrr). A elogiare il meccanismo di erogazione delle risorse, legato al raggiungimento di obiettivi, è l’amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella, che lo definisce «un esempio virtuoso di come si può gestire, anche migliorandolo, un sistema di incentivazione. Il Pnrr ci ha costretto ad applicare un metodo che oggi è replicabile nella nuova programmazione 2021-2027 e anche nell'utilizzo dei nuovi fondi di coesione. In questo l'Ue, che è un attore fondamentale e che ha gestito a livello di Commissione questo programma straordinario di riforme, può ancora incidere». Abruzzo, Italia, Europa: le sfide globali oggi toccano tutti livelli. È questo il messaggio che arriva dal Summit di Pescara.