Pescara, vandalizzato il cippo dedicato al maresciallo Di Resta a pochi giorni dalla commemorazione

27 Settembre 2025

La vedova: «Stiamo perdendo i valori, forse noi adulti non stiamo facendo abbastanza». Indagini dell’Arma: episodio grave

PESCARA. «Dispiace vedere questi comportamenti, ma come mamma e come nonna mi chiedo il perché. La memoria ha anche una funzione educativa. Dobbiamo educare i più giovani al ricordo». Giuseppina Franzone, vedova del maresciallo Marino Di Resta, prova a trovare una motivazione dietro l’ennesima sfregio al monumento dedicato al marito, ucciso il 16 settembre 1996 a 34 anni durante uno scontro a fuoco con quattro rapinatori. A pochi giorni dalla commemorazione nel giorno del 29° anniversario della tragedia, quando le istituzioni civili, militari e la famiglia avevano deposto una corona in sua memoria, l’area è stata presa di nuovo di mira dai vandali. Parte della corona è stata gettata a terra e il pavimento davanti al cippo è stato imbrattato con macchie bianche. Un atto che, pur non colpendo direttamente il monumento, ha offeso profondamente il valore simbolico di quel luogo dedicato alla memoria collettiva. Altro episodio grave era accaduto nel 2011, quando il cippo, che si trova nel quartiere San Silvestro, era stato sfregiato e imbrattato con lo spray rosso, giallo e blu.

LA REAZIONE «Potrebbero essere stati dei ragazzi che non hanno, e mi dispiace, una buona visione di cosa è giusto e sbagliato», riflette la moglie del maresciallo. «Se uno si diverte a fare una cosa del genere, ci dobbiamo preoccupare per questa società. Vuol dire che forse noi adulti non stiamo facendo abbastanza per loro». Ed è per questo che l’anno prossimo, in occasione del trentesimo anniversario della tragedia, la famiglia Di Resta sta pensando a un’iniziativa che possa coinvolgere i giovani. «Abbiamo pensato in famiglia di fare qualcosa per i ragazzi, per sensibilizzarli al rispetto della memoria. Sicuramente, c’è un disagio in loro e cerchiamo di fare qualcosa. Potremmo anche fare una borsa di studio per promuovere i valori», propone la moglie del maresciallo, che cerca di andare oltre l’atto vandalico per riflettere sulle sue cause profonde.

LE INDAGINI  La condanna al gesto arriva anche dal comando provinciale dell’Arma dei carabinieri. «Sebbene non abbia interessato il monumento dedicato al valoroso maresciallo, è però particolarmente grave perché colpisce un luogo estremamente significativo sul piano simbolico, non solo per l'Arma ma per tutti i pescaresi», commenta il colonnello Stefano Ranalletta che sta coordinando le indagini per rintracciare i responsabili, «sono già in corso le attività volte all'identificazione del responsabile o dei responsabili per la quale contiamo sulla consueta, preziosa collaborazione dei residenti eventualmente in possesso di elementi informativi utili».

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